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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 01 Ottobre 2014

La VOCE ottobre 2014

Nuvole, trombe, grida e addormentati

“Scusami, Tonino, hai un momento libero?”
“Sicuro, Tito, cosa ti succede?”
I due si sono conosciuti a casa di Tonino, dove alcuni credenti appassionati della lettura della Bibbia s’incontrano per uno studio biblico settimanale.
Tito li frequentava da poco quando Tonino l’aveva incoraggiato a leggere il Nuovo Testamento per conto suo.
“Forse sono solo un po’ tonto,” dice Tito, “ma mi trovo in mezzo a nuvole, trombe, grida… e anche addormentati e morti e mi sembra un po’ troppo!”
“Sembra troppo pure a me” lo assicura Tonino, ridendo di gusto. “Spiegami come mai sei capitato da quelle parti.”
“Non voglio farti perdere tempo, ma, siccome la settimana scorsa a casa tua abbiamo letto il terzo capitolo del libro che si chiama «Prima epistola dell’apostolo Paolo ai Tessalonicesi», ho avuto l’idea di leggere il capitolo quattro per conto mio prima di venire allo studio di questa sera.”
“Hai pensato proprio bene!” esclama Tonino.
“Sì, ma mi sono confuso. Verso la fine del capitolo, l’apostolo ha cominciato a scrivere: «Non voglio che siate in ignoranza» e poi parla di addormentati che li fanno essere tristi e della tromba di Dio che fa risuscitare i morti. A me sembra più logico che la tromba di Dio faccia svegliare chi dorme, ma, per carità, lo so che a volte non capisco niente!”
“Ma, va’, non c’è niente di male se vuoi capire ciò che leggi. Anzi è molto più grave che alcuni leggono senza capirci nulla, e vanno avanti a leggere lo stesso perché pensano che tanto nessuno capisce la Bibbia. La Bibbia si può capire! La Bibbia si deve capire!
“Hai fatto benissimo a telefonarmi subito. La tua confusione non è nulla di sorprendente e, tanto meno, grave. Guarda, sto chiudendo l’ufficio per andare a casa, così, se avrai un po’ di pazienza, chiariremo tutto stasera, leggendo il capitolo insieme. O.K.?”
“Certo, voglio proprio capire queste frasi e mi serve un po’ di aiuto. A presto!”

Incoraggiati e avvertiti

Sono circa le otto e mezzo. 
Tonino e Pina, sua moglie, hanno sistemato una decina dei loro amici e amiche, arrivati per lo studio, sul divano, le poltrone e le sedie della camera da pranzo. Tutti hanno una loro Bibbia, un quaderno e una penna in mano e sono pronti a cominciare la lettura del quarto capitolo della Prima lettera dell’apostolo Paolo ai credenti della città di Tessalonica.
“Prima di cominciare la lettura” esordisce Tonino, “vorrei chiarire una cosa. Non è un’impresa molto comune, che un gruppo di amici, per niente studiosi di lingue antiche, si incontrino per leggere e cercare di capire un testo scritto duemila anni fa in una lingua che non conoscono. È chiaro che devono avere un bel po’ di coraggio e d’interesse per farlo.”
“E anche un bel po’ di pazienza e perseveranza!” interviene Tito, e tutti ridono.
“Hai ragione, Tito! Però, dal momento che è un Libro ispirato da Dio per farsi conoscere, Egli ha dato a noi credenti la sua presenza, lo Spirito Santo, per aiutarci a capirlo. Perciò andiamo avanti, come hai detto tu, con pazienza e perseveranza!”
Per le dieci e mezzo la lettura si conclude, e tutti discutono su ciò che hanno imparato, mentre gustano i biscotti deliziosi di Pina e una tazza di tè.

Dallo studio di quei versetti che dapprima avevano confuso Tito, tutti hanno ricevuto sia un grande incoraggiamento sia un avvertimento importante. In fondo, l’apostolo Paolo aveva scritto di alcune verità molto trascurate (1 Tessalonicesi 4:13-18). I parenti di diversi credenti di quella città, dopo aver creduto nel Vangelo e nella salvezza acquistata da
Gesù, erano morti. Gesù non era tornato per prenderli, come aveva promesso di fare. I familiari rimasti in vita temevano che i loro cari, morendo prima che Gesù fosse ritornato sulla terra, non avrebbero più goduto della vita eterna promessa ai credenti, e n’erano stati profondamente delusi e disturbati.

Sapendo ciò, Paolo aveva scritto questa lettera per incoraggiarli: i credenti che morivano prima del ritorno di Gesù non erano affatto separati eternamente da Dio. In realtà, solo il loro corpo era morto e
aspettava la risurrezione. La vera persona, il vero “io”, era già alla presenza di Dio, in quello stato di beatitudine che Gesù, parlando al malfattore sulla croce, aveva definito “il Paradiso”. Per descrivere questo stacco dal corpo, Paolo aveva usato la parola “dormire” anche se quei credenti, secondo la descrizione dell’apostolo stesso in Filippesi 1:21-23, erano già “con Cristo”, “cosa di gran lunga migliore” della vita attuale nel corpo.

E Dio farà in modo che tutti quelli che “dormono” saranno svegliati e risuscitati “prima” dei credenti ancora in vita al ritorno di Gesù, quando verrà “sulle nuvole” per accompagnare tutti i suoi alla loro casa eterna. E non ci sarà alcuna parzialità, perché come Egli risusciterà i credenti morti, così “trasformerà” anche il corpo di quelli ancora viventi. Essi saranno raccolti e portati insieme con tutti i credenti risorti a dimorare eternamente col Signore nel cielo.

Comprendere questo piano perfetto del Signore è stata una gioia immensa per Tito e gli altri amici di Tonino e Pina, che si erano messi a leggere la Bibbia da poco. Sono tornati a casa con due pensieri principali.
Primo: la promessa di vita eterna in uno stato di perfetta gioia, con il Signore e tutta la sua immensa famiglia, sarà mantenuta non solo alla lettera ma in un modo che oltrepasserà ogni immaginazione o pensiero umano. Tutti i credenti di ogni popolo, di ogni nazione e di ogni tempo ne faranno parte.
Il secondo pensiero, più impegnativo, è questo: quando il Signore tornerà per prendere con sé la sua Chiesa, tutti i non credenti saranno lasciati indietro, per affrontare i terribili giudizi e sofferenze descritti nell’Apocalisse. Perciò, chi ha ricevuto la grazia di Dio e la certezza della propria salvezza, ha soltanto il periodo attuale, di cui nessuno conosce la durata (ma la Bibbia avverte ripetutamente che è breve!), per evangelizzare i suoi familiari e amici, e tutto il mondo incredulo che resta sotto il giudizio di Dio.

Conosciamo questi fatti?
E ne teniamo conto?

— Guglielmo Standridge


RECENSIONE; Comprendere il futuro importa

Lo studio delle profezie della Bibbia diventa spesso un motivo di divisioni e litigi fra fratelli, di fantasie e inganni, di confusione e di rigetto. Sarebbe meglio non leggerle o non cercare di capirle?
Ovviamente, la risposta è un enfatico “No!”. Le profezie non esistono per soddisfare la nostra curiosità, né per offrirci un programma dettagliato dei piani futuri di Dio. Sono invece essenziali nello studio della Chiesa per due motivi.
Primo, dimostrano con quanta precisione Dio aveva rivelato molti eventi importantissimi già avvenuti, a prova del suo controllo sulla storia, della sua potenza e del suo amore e cura verso il suo popolo.
Secondo, da esse otteniamo sicurezza, gioia e entusiasmo nel nostro servizio per Dio e nell’attesa di ciò che potrà avvenire prossimamente.

Il mio libro preferito per lo studio generale delle profezie sul futuro è Il ritorno di Gesù Cristo di René Pache, edito dall’Uceb. È sintetico, chiaro e molto pratico nella sua serietà.
Pache non fa voli di immaginazione azzardati, né pretende di comprendere e saper spiegare tutti i dettagli di ogni profezia. Questo è un grande vantaggio per il lettore, perché il suo libro non diventa datato e sorpassato, come molti altri che cercano di abbagliare il credente con interpretazioni spettacolari e eclatanti.

L’autore prende una posizione chiara e equilibrata quando la profezia tratta eventi menzionati in più passi della Bibbia, mentre laddove il contesto lo permette (o impone), Pache  espone delle interpretazioni che aiutano il credente a comprendere, in grandi linee, il futuro e le promesse specifiche di Dio sia alla vera Chiesa sia al popolo d’Israele. Fornisce anche delucidazioni riguardo al giudizio finale del male e dei malfattori.

È un libro fedele all’origine divina della Bibbia, completo nel trattamento delle profezie riguardo al futuro, essenziale e comprensibile, degno dello studio impegnato del credente.
La quinta edizione, in forma leggibile e ben impaginata, è disponibile nelle librerie evangeliche.

IL RITORNO DI GESù CRISTO di René Pache. Associazione Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Fondi (LT). 2011, Pagg. 384.

— Guglielmo Standridge

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