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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 04 Marzo 2015

La VOCE marzo 2015

GUAI A ME!

L’ha detto una persona molto nota. Chi? Totò? Hitler? Forse Matteo Renzi? Il Papa?
No, l’ha detto nientemeno che l’Apostolo Paolo nella sua prima lettera ai cristiani della città di Corinto. Però, quel “guai” si riferiva a una situazione molto particolare, e sarebbe potuto capitargli in un solo caso: “Guai a me, se non evangelizzo!” (1 Corinzi 9:16).

Paolo aveva capito bene il compito preciso affidatogli da Dio: evangelizzare, evangelizzare, evangelizzare! L’avrebbe fatto anche a costo di mettere in pericolo la propria vita. Avvertire tutti, senza rimandare, senza avere paura, senza girarci intorno, che erano dei peccatori avviati inevitabilmente all’inferno eterno a causa dei loro peccati. Ma anche di proclamare loro la buona notizia dell’Evangelo come uno che grida da un’alta torre: “Sentite questo! Sentitelo tutti! Gesù è morto al posto vostro e vi offre gratuitamente il perdono di ogni male fatto, di ogni peccato commesso, di ogni mancanza. Avete capito? Tutto perdonato!”.

Ma guai a te! E a me!  Anche noi siamo in pericolo della condanna di Dio. Non solo per tutti i peccati che abbiamo fatto, ma anche, come l’Apostolo Paolo, per quello che NON abbiamo fatto. Ti spiegherò perché alla prossima pagina.


 VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

L’apostolo Paolo non si dimenticò, neppure per un momento, la vergogna che l’avrebbe turbato per sempre se non avesse, per quanto possibile, evangelizzato il suo mondo. Perciò scrisse: “Se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me se non evangelizzo!” (1 Corinzi 9:16).

Ma, dimmi: tu e io, che ne facciamo di questo grido di impegno di Paolo di duemila anni fa? Ci lascia indifferenti? Pensiamo: “Peggio per lui”?
O siamo anche noi davanti alla stessa “necessità” di evangelizzare?

Sono sicuro che ricordi le parole di Gesù dette con tanta serietà agli undici apostoli che gli erano rimasti fedeli. Egli aveva ordinato loro: “Andate per tutto il mondo, predicate il vange-lo a ogni creatura” (Marco 16:15).

Sono passati duemila anni! Secolo dopo secolo, altri credenti in Cristo hanno accolto questo comandamento di evangelizzare che Egli rinnova ad ogni nuova generazione. Se i nuovi credenti non rispondessero così, la chiesa da tempo sarebbe fallita e morta.

Hai mai gridato come Paolo: “Se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me se non evangelizzo!”? È un pensiero che fa riflettere. Sono adatto?
Ne sarei capace?... Non ho tempo! Dove dovrei andare? Sono timido! Non so parlare! Avrei paura!...

Molti credenti hanno fatto le stesse domande e obbiezioni. Ma poi hanno scoperto che non erano soltanto capaci. Una volta avviati e ubbidienti al grande mandato, hanno cominciato a godere del parlare di Cristo e a riceverne i benefici nella loro vita spirituale. L’ubbidienza al Signore porta sempre gioia e benedizione.

Ma come faccio in pratica?

Gesù aveva comandato ai discepoli di andare per tutto il mondo. Nessuno, però, può andare dappertutto e sono pochi quelli che possono andare molto lontano.
Lo sai che il mondo comincia all’altro lato della tua porta? Quando esci di casa, hai già davanti a te il mondo: i tuoi vicini, i tuoi amici, i tuoi parenti. Potresti cominciare procurandoti un pacco di stampati, foglietti di evangelizzazione, cartoline e inviti da offrire loro con un sorriso gentile e una frase semplice: “Posso regalarti qualcosa interessante da leggere?”.

Potresti anche inserire uno stampato nelle cassette delle lettere del tuo palazzo o quartiere. In questo modo, entro poco, potresti raggiungere tutte le case della tua zona.
Non bisogna essere dei patentati venditori di saponette per distribuire dei foglietti in un parco, alla gente seduta per riposarsi. Quasi senza renderti conto, potresti trovarti a conversare con una persona gentile.

Potresti anche metterti d’accordo con un altro credente, o con alcuni, e distribuire degli inviti in tutte le vie vicine alla vostra sala. In un’ora si possono far fuori una grossa quantità di stampati lungo una strada pubblica o sulla spiaggia affollata.

Quando la prima chiesa si stava formando a Gerusalemme, un’ondata di persecuzione ha forzato molti credenti a lasciare la città e andare nei paesi circostanti. Un versetto del libro degli Atti degli Apostoli, racconta questo fatto con una parola interessante. “Allora quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola” (Atti 8:4). Alcuni commentatori ne propongono una lettura più terra terra: “andarono in giro, portando appresso il Vangelo” o anche, “andarono da casa in casa chiacchierando il Vangelo”.

“Chiacchierando il Vangelo” vuol dire che non erano predicatori o apostoli. Non si alzavano in piazza a predicare, ma parlarono con la gente a tu per tu. Raccontavano le cose sorprendenti successe a Gerusalemme, la morte e la risurrezione di Gesù. Spiegavano l’incredibile notizia che, per mezzo della fede in Lui, Dio offriva in dono la salvezza da ogni peccato. Ne parlarono per strada, nei negozi, nelle case, dovunque. Non potevano smettere di parlarne, spontaneamente e in prima persona, perché la loro mente era piena della meraviglia che stavano vivendo.

Questo è, certamente, il minimo che Dio si aspetta da ogni credente. Altrimenti, che credenti siamo? Non sentiamo noi la stessa responsabilità? “Guai a noi, se non…”

Per questo motivo, anche quest’anno, abbiamo preparato un nuovo opuscolo di evangelizzazione dal titolo “LE BUGIE PIÙ AMATE” che puoi leggere cliccando QUI. Ti invitiamo a leggerlo e a farlo conoscere ai responsabili della tua chiesa, in modo che possiate ordinarne in tempo, ENTRO IL 30 APRILE 2015, le copie da distribuire.

Siamo felici di poter offrirlo con i nuovi prezzi ridotti con un risparmio più del 20% rispetto a 2014!
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Che il Signore possa aprirci molte occasioni per parlare di Lui, senza vergogna, a chi non lo conosce ancora!

— Guglielmo Standridge

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