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Risposte a domande

Come capire le parabole?

"Cinque di loro erano avvedute", dipinto di Walter Rane "Cinque di loro erano avvedute", dipinto di Walter Rane

Una parabola è una storia immaginaria raccontata per spiegare una verità spi­rituale. Qualcuno ha detto che si tratta di una storia terrena con una verità ce­leste.
Gesù ha raccontato una quarantina di parabole per illustrare i suoi insegnamenti. Perché si è servito di questo tipo di discorso? I motivi sono vari:

  1. Gli Ebrei erano abituati (come del resto tutti gli orientali) a questo tipo di insegnamento. Anche l’Antico Testamento ha riportate alcune parabole (Vedi ad es. 2 Samuele 12:1-7; Isaia 5:1-7).
  2. Una storia colpisce di più di un insegnamento teorico.
  3. Chi ascolta, ricorda bene una storia e questa lo forza a riflettere. Il Signo­re Gesù ha sottolineato questo lato pedagogico facendo delle domande come: “Che ve ve pare?... Non bisognava?... Quale dei due?...”
  4. Le parabole provocavano una cernita fra gli ascoltatori. Per esempio, in Matteo 13:1-3,10-17 gli ascoltatori si divisero fra coloro che volevano capire il significato del discorso e coloro che non volevano fare lo sforzo di capire.

Per comprendere correttamente una parabola bisogna tenere conto di alcuni punti.

a) Bisogna cercare la verità centrale.
In ogni parabola Gesù ha voluto illustra­re un solo insegnamento. Bisogna perciò trattenersi dal volere dare un significato a ciascun particolare della parabola. Altrimenti si rischia di far dire al testo ciò che non vuol dire.
Come si individua il significato e lo scopo centrale di una parabola?
Esso si trova con l’aiuto del contesto, cioè, per esempio, tenendo conto delle circostanze in cui una parabola è stata pronunciata (Luca 19:11,12), delle persone a cui è stata diretta (Luca 15:1-3; 19:9), dell’introduzione (Luca 18:1) o della conclusione (Luca 16:9; 17:10) che ne precisa l’applicazione.
A volte, il Signore stesso ne ha fornito la spiegazione (Matteo 22:14; 25:13; Luca 12:21), altre volte la spiegazione la dà l’evangelista (Luca 15:1-3; 18:1). In altri casi la reazione degli ascoltatori dà la chiave per scoprire l’insegna­mento centrale (Luca 16:9-15).

b) Bisogna subordinare i particolari alla verità centrale.
Nella parabola del figlio prodigo (Luca 15), per esempio, i dettagli della condizione in cui il figlio era caduto (immoralità, abbandono degli amici, lavoro umiliante ecc.) descrivono la condizione umana del peccatore. I dettagli dell’acco­glienza riservatagli dal padre (anello, vestito nuovo, calzari) indicano la bellezza e l’abbondanza della relazione di comunione perfettamente ristabilita col padre.

c) Bisogna usare le parabole solo come esempi di verità bibliche e non come verità a sé stanti.
In altre parole, bisogna trattare le parabole con prudenza e umiltà oltre che con una conoscenza globale delle Scritture.