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La Voce del Vangelo

La VOCE luglio 2016

Che paura!

“Sai, ho scoperto che soffro di belonefobia!”
“Davvero? Io di hexakosioihexekontahexafobia! Certo che siamo strani!”
“Già. Forse sarebbe stata meglio la eisoptrofobia!”

Le fobie sono paure che non riusciamo a combattere. Tu ne hai qualcuna? Forse una forma di deipnofobia o di mageirocofobia, anche se queste due potrebbero essere solo delle scuse…
Secondo le statistiche al primo posto tra le fobie più comuni c’è l’acrofobia, la paura delle altezze, al secondo la ofidiofobia, la paura dei serpenti, al terzo la glossofobia, del parlare in pubblico, al quarto l’aracnofobia, la paura dei ragni e al quinto la claustrofobia che tutti sappiamo cos’è.

Ti stai forse chiedendo se sei affetto dalle prime che ho menzionato? Beh la belonefobia è la paura degli aghi, la hexakosioihexekontahexafobia del numero 666, la eisoptrofobia degli specchi, la deipnofobia delle chiacchiere a cena e la mageirocofobia, che ci si creda o no, è la paura di cucinare! Quest’ultima, bisognerebbe assicurarsi che la fidanzata non ce l’abbia.

A giudicare dal fatto che così tante persone soffrono di qualche forma di fobia, potrebbe sembrare che sia normale convivere con ansie e paure.
Ma Dio che ne pensa?


Salire al di là delle nuvole

Con i tempi che corrono, come si fa a non essere almeno un po’ ansiosi e preoccupati per il futuro nostro e quello dei nostri cari? Sempre secondo le statistiche, nel 2011 più di 11 milioni di persone in Italia hanno fatto uso degli psicofarmaci. A ricorrere agli ansiolitici sono soprattutto le donne. E il loro numero è in aumento. E gli uomini? Beh, molti si rifugiano nelle bevande alcoliche.

Al contrario di quanto possa sembrare, l’ansia non è una piaga dell’uomo moderno. È una reazione comune davanti all’incertezza di cose e eventi che sfuggono al nostro controllo.

Ma è un argomento delicato, sono tutti un po’ suscettibili al riguardo. È incredibile con quanta facilità giudichiamo i peccati degli altri, pensando di essere noi stessi senza colpe. I nostri saranno al massimo dei “difetti” trascurabili anche se un po’ duri da contrastare e sradicare. Molto giustificabili in fin dei conti...

Gesù, in uno dei suoi discorsi ha voluto fare una distinzione netta fra coloro che lo seguivano e il resto del mondo.
Ha detto: “Non siate dunque in ansia, dicendo: «Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?» Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:31-34).

Il futuro è un’incognita per tutti, ma per il non credente è, giustamente, un grande motivo di ansia. Per lui la speranza sta tutta nelle cose materiali che possiede. Più ne riesce ad accumulare, più al sicuro si sente. Ma quando vengono a mancare non ha più certezze che lo possano sorreggere (1 Timoteo 6:17-19). Per la disperazione di aver perso tutto, alcuni hanno addirittura commesso il gesto estremo.

Il credente forse non dispone di grandi risorse, ma sa bene chi ha il pieno controllo su ogni cosa che accade nell’universo. Ha il suo Padre celeste. Sa che è  ricco e generoso verso tutti, e che ha promesso di prendersi cura dei suoi.
Quello che ho detto fin qui non sorprende nessuno. Se siamo credenti, conosciamo queste cose.

Ma che fare, se pur credendo a tutto ciò mi faccio prendere spesso dall’ansia?

Come per ogni problema, la risposta va cercata nelle Scritture. Uno dei vantaggi dell’avere la Parola scritta di Dio è che ci possiamo tornare su ogni volta che ce n’è bisogno.
Ecco allora alcuni principi biblici utili per vincere l’ansia. Sono talmente semplici e logici che qualcuno potrebbe pensare “Ma cos’è, hai scoperto l’acqua calda?!”. Una cosa, però, è professare di credere, l’altra è praticarlo.

Il primo principio è che angosciarti per quello che non si conosce è una fatica inutile. Puoi scervellarti su quello che vuoi, ma senza una palla di vetro è tutto quanto solo frutto delle tue congetture!

Il secondo è che la preoccupazione non può cambiare il nostro futuro. Gesù ha detto: “E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” (Matteo 6:27). È piuttosto vero il contrario: vivere con ansia nuoce alla salute!

Terzo, Dio sa perfettamente quello di cui abbiamo bisogno (Matteo 6:30,32). È Dio! Posso fidarmi di Lui.

Ma la triste realtà dei fatti è che tanti credenti adottano gli stessi atteggiamenti dei non credenti e continuano a essere consumati dall’ansia e dalle inutili preoccupazioni.

Cosa si aspetta Dio da noi? Essere ansiosi è un difetto o un peccato?
L’Apostolo Paolo ne ha parlato nella sua lettera alla chiesa di Filippi. La premessa a quello che dice è che l’ansia ci rende instabili e ci deruba della gioia e della pace che sono nostre di diritto in quanto figli di Dio. Lui non ha mai promesso che il credente non avrà difficoltà, ma lo ha messo in guardia contro il peccato dell’ansia.

Paolo scrive: “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:5-7).

“Non angustiatevi di nulla” non è un suggerimento. È un imperativo. Ma è un imperativo per il nostro bene. È come se Dio dicesse: “Figlio mio, levati subito quel fardello di dosso; è troppo pesante per te e a portarlo ti spezzerai la schiena”.

L’angosciarsi per le cose che sono al di fuori di ogni nostro controllo non deve aver posto nella vita del credente per alcun motivo. Non c’è ragione che tenga. Quante volte hai letto nella Bibbia frasi come “non temere” e “pace a voi”? I figli di Dio dovrebbero essere rinomati per la loro calma, per la pace che regna in loro. La gente che ci osserva dovrebbe meravigliarsi non perché tutto ci vada liscio, ma per il fatto che affrontiamo con serenità anche i problemi e le circostanze più difficili della vita.

Allora cosa deve cambiare, quali sono i pensieri che devono rimpiazzare le reazioni normali alle difficoltà?

  • Il credente sa che il Signore è vicino. Abbiamo un Padre onnipresente e onnisciente. Siamo sempre davanti a Lui. Egli non è mai distratto, conosce il nostro passato, presente e futuro.
  • Il credente deve ricordare che Dio è anche onnipotente. Quando Paolo dice che non bisogna angustiarsi di nulla è sottinteso che Dio è perfettamente al corrente delle situazioni e ha anche il potere di fare qualunque cosa ritenga necessaria.

E non finisce qui. Dio non solo conosce la nostra situazione e non solo ha la potenza per affrontarla, ma sa anche con precisione cosa fare e perché! Abbiamo l’incredibile privilegio di parlare con Dio in qualunque momento, di aprirgli i nostri cuori ed esporre a Lui ogni nostra preoccupazione. Facciamolo con ringraziamento, perché così dimostreremo che ci fidiamo della sua sovranità. E che sappiamo che ogni evento della nostra vita sarà filtrato attraverso la sua saggezza e il suo amore per noi.

Temi per il

tuo futuro? Vivi ogni giorno con l’ansia?

  • Il primo passo per liberartene è considerarla come Dio la vede: una mancanza di fiducia in Lui. È infatti proprio come un affronto a tutto ciò che Egli ti ha promesso come suo figlio.
  • In secondo luogo devi riconoscere che l’ansia è un ostacolo alla tua testimonianza verso i non credenti, perché affrontare i problemi con serenità porta gloria a Dio e invita anche gli altri a voler affidare la vita a Lui.

Non credi che la nostra unica paura debba essere quella di non offendere Dio con la nostra incredulità?