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La Voce del Vangelo

La VOCE ottobre 2016

Una sola vita

Ero giovane e senza pensieri. Avevo appena cominciato gli studi universitari e mi pareva di avere tutta la vita davanti.

Un giorno, in un corridoio della mia facoltà dove non ero mai passato prima, qualcosa attirò la mia attenzione. Era una bacheca in cui gli studenti lasciavano messaggi per gli altri studenti. Libri usati da vendere o comprare, ricerche di alloggi e coinquilini, inviti a feste e concerti ecc. Ognuno con un numero di telefono da staccare.
Su, in un angolo, vidi una cartolina con un breve messaggio scritto con una bella calligrafia, solo quattro righe:

Una sola vita,
presto passerà!
Solo ciò che hai fatto per Cristo
durerà.

Cosa voleva dire? Chi l’aveva messo lì? L’ho letto più volte.
Forse era un messaggio proprio per me! Vorrei spiegarti cosa mi è successo.


Gioia senza misura

Non ci crederai, ma ho scoperto solo un paio di mesi fa di chi era quel messaggio che avevo trovato sulla bacheca della mia università! Dopo più di settant’anni. Considero quelle quattro righe un messaggio diretto da Dio a me. E anche a te!
Ma prima di svelarti chi l’aveva scritto, ti devo dire una cosa: quel messaggio ha cambiato totalmente la mia vita!

Continuava a pulsarmi in testa:

Una sola vita,
presto passerà!
Solo ciò che hai fatto per Cristo
durerà.

Va bene, d’accordo, è chiaro che abbiamo tutti una sola vita! Ma perché preoccuparmi? Per carità, ero giovane, avevo tutta la vita davanti. C’erano tante cosa da fare: laurearmi, sposarmi, scegliermi la carriera… La mia “vita” sarebbe cominciata a trenta o quarant’anni e poi avrei potuto pensare a cosa fare “per Cristo”.

Invece no. Stavo facendo male i calcoli: la mia vita era già cominciata! E la mia vita futura iniziava in quello stesso momento. Ma per quanto tempo sarebbe andata avanti? Non lo potevo sapere. E non lo sai neanche tu. Non sai quanto tempo ti resta. Per chiunque, la vita potrebbe durare soltanto fino al prossimo respiro. Poi, basta.

“Presto passerà…”

Mi tornavano in mente le parole che avevo sentito dire da un vecchietto: “Come passa presto la vita! Mi sembra solo ieri che mi sono sposato. Poi figli, matrimoni, funerali, lavoro, pensione, tutto in un lampo! Ed eccomi qui tutto solo”.

Quando saremo agli ultimi sgoccioli, non avremo né il tempo né la forza per pensare a ciò che potremmo o avremmo potuto fare “per Cristo”. Se non cominciamo oggi a orientare la nostra vita verso il servire e piacere a Dio al di sopra di ogni altro impegno, il domani ci dimostrerà che siamo arrivati a pensarci troppo tardi.

Ma cosa può fare un giovane universitario “per Cristo”? Non può mica improvvisarsi né missionario né pastore né anziano né diacono. Non è a quello che Dio lo sta chiamando. Ciò che può fare, ora, “per Cristo” è applicarsi bene ai suoi studi.
Esattamente come tu puoi fare la segretaria, l’impiegata, la maestra o la mamma, “per Cristo”. O come si può fare anche il medico, l’infermiere o il commerciante “per Cristo”.

Ma non tutti possono farlo e non tutti quelli che dicono di servire Dio lo fanno davvero. C’è una qualità necessaria, un requisito indispensabile che dovrai possedere prima di poter fare qualunque cosa per Cristo. Devi averlo conosciuto, devi aver posta la tua fede solo in Lui per essere perdonato dei tuoi peccati e per diventare un figlio di Dio. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).

Qualunque cosa tu faccia senza essere una nuova creatura in Cristo, non avrà alcun valore eterno. Le parole di Gesù sono un solenne avvertimento: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?» Allora dichiarerò loro: «Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!»” (Matteo 7:21-23).

Il segreto, infatti, non è il mestiere o la professione in sé, secolare o spirituale che sia, nemmeno il luogo in cui fare le cose “per Cristo”, ma far bene, con gioia e onestà qualsiasi cosa Egli ti abbia preparato e chiamato a fare per Lui. Comincia facendo bene ciò che fai adesso e poi… “Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di Lui” (Colossesi 3:17).

Spesso si tratta di fare cose senza alcuna lode e con tante lacrime, lavorare dietro le quinte a volte anche con molta opposizione e contrarietà. Ma se l’hai fatto “per Cristo”, non sarà dimenticato.

Mi dirai che ti sembra molto vago. È tutto qui? Certamente no! Il Signore ti ha dato delle capacità particolari da usare per Lui. Scoprile, sviluppale e usale! “Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il carisma (il dono) che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri” (1 Pietro 4:10).

Ogni credente ha almeno un dono, o nel campo del parlare o del servire. Anche tu! “Se uno parla, lo faccia come si annunziano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (1 Pietro 4:11).

Riguardo al parlare, ci sono tanti modi di usare questo dono meraviglioso: usa la parola, per esempio, spiegando, insegnando, incoraggiando, consolando, scrivendo, cantando, predicando, esortando, correggendo e più ancora.
Il servire invece vuol dire fare tutto ciò che c’è da fare! “Servire” ha spesso una connotazione di svolgere con umiltà e gioia cose che gli altri non desiderano fare! Ne sei capace? “…appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28). “Chiunque, tra di voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti” (Marco 10:44). “Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io” (Giovanni 13:14,15).

Ho scoperto che vi è un elemento di orgoglio in ogni persona. Ogni essere umano desidera lasciare un segno di sé; forse un’attività commerciale, una scoperta scientifica, un edificio, un’opera o qualsiasi altra cosa che faccia durare la memoria del suo nome quando non ci sarà più. Ma sono speranze vane perché prima o poi tutto sulla terra perisce (Ecclesiaste 1:11).

È solo l’orgoglio o la paura che fa sembrare difficile ciò che Dio ci ordina di fare. “Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5:15).

Invece, ciò che avrai fatto “per Cristo” sulla terra, sarà ricordato eternamente nella gloria del cielo, non per la tua, ma per la gloria di Cristo. La tua gioia sarà senza limiti di tempo e di misura.

Una sola vita,
presto passerà!
Solo ciò che hai fatto per Cristo
durerà.

Queste poche parole hanno cambiato la mia vita interamente. Dio mi ha mandato in un paese che non conoscevo e da un popolo con cui non avevo avuto nessun contatto e, nella sua grazia, mi ha permesso di servirlo per tanti anni.

Tu, che ne farai di queste parole? Sono tratte da una lunga poesia di C.T. Studd, (1860-1931) sulla chiamata alle missioni. Lui è stato un pioniere missionario, che ha servito il Signore in Cina, in India e in Africa, dov’è morto, a settanta anni, mentre lo serviva ancora.
Guglielmo Standridge

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