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La Voce del Vangelo

La VOCE gennaio 2019

Si può sperare ancora

Come sarà il tuo 2019? 

In qualunque modo provi a immaginartelo, non puoi sapere cosa ha in serbo per te. Nessuno di noi ha il controllo su quello che accadrà. Ma, a pensarci bene, è un dono di Dio il non sapere i particolari dell’anno che sta per cominciare. Conoscere in anticipo le future difficoltà potrebbe renderci inutilmente ansiosi, depressi e infelici. E sapere quali benefici ci aspetteranno potrebbe inquinare i nostri atteggiamenti con l’orgoglio, rovinando anche le nostre relazioni.

Dio ci insegna ad affrontare la vita giorno per giorno. “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:34). 

C’è una saggezza indiscutibile in tutto quello che Dio dice. Invece di affannarsi per il domani che non sai come sarà, la cosa più saggia, utile e giusta è vivere bene il presente. 

Oggi è la soglia del domani: quello che pianti oggi, con parole, azioni e atteggiamenti, lo raccoglierai domani. Un futuro sereno, senza rancori e rimpianti, non ti cade giù dal cielo.

Seguendo i consigli della Bibbia possiamo preservarci da più guai del necessario. 

Chi non lo vorrebbe? 

Ma partire bene richiede riverenza, ubbidienza e rispetto per il Signore. “Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l’intelligenza” (Proverbi 9:10).

Ti proponiamo di guardare con noi alcuni versetti tratti dal libro dei Proverbi, ispirato da Dio per il nostro bene. La saggezza di queste brevi massime può proteggerci da inutili errori e può aiutarci a “seminare” un 2019 migliore.

Benvenga il 2019

Salomone, l’uomo che Gesù ha definito il più saggio che sia mai esistito, nella sua introduzione al libro dei Proverbi mette subito in chiaro lo scopo per cui scrive: “Perché l’uomo conosca la saggezza, l’istruzione e comprenda i detti sensati; perché riceva istruzione sul buon senso, la giustizia, l’equità, la rettitudine; per dare accorgimento ai semplici e conoscenza e riflessione al giovane. Il saggio ascolterà e accrescerà il suo sapere; l’uomo intelligente ne otterrà buone direttive” (Proverbi 1:2-5).

Mica poco! Io ne ho un gran bisogno. E tu? 

La particolarità dei proverbi è che sono frasi molto concise. Anche taglienti. Non si sprecano per addolcirti la verità. 

Così, senza mezzi termini, Dio dice che trascurare le sue parole è da stolti, pura follia. “Il timore del SIGNORE è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la saggezza e l’istruzione” (Pr. 1:7).

Egli avverte che ci saranno conseguenze se non lo si ascolta: “Poiché quando ho chiamato avete rifiutato di ascoltare, quando ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi, avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v’investirà come un uragano e vi cadranno addosso l’afflizione e l’angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli” (Pr. 1:27-31).

Seguire il Signore non solo ci guida a vivere meglio, ma previene grandi dispiaceri e calamità. 

Tutta Italia ha parlato di Desirée, una povera ragazza, drogata e stuprata a Roma. Era strano sentire i suoi famigliari descriverla come una “brava” ragazza, ma lei si drogava e non andava più a scuola. La famiglia sembrava essere totalmente impreparata a questa tragedia. 

Certo, è un caso limite, ma sarebbe ingenuo pensare che non ci sia nessun figlio di credenti fumare spinelli o fare sesso. 

Questi comportamenti non cominciano in un momento. Sono il risultato di anni di negligenza nel proprio ruolo in famiglia. Triste a dirsi, ma mariti e mogli che non si parlano più, e genitori e figli che litigano spesso esistono anche nelle famiglie di credenti. 

Cosa sia successo nella famiglia di Desirée non si sa, ma certamente i campanelli di allarme non sono stati ascoltati. O forse non sapevano quali fossero i segnali a cui prestare attenzione. 

Tutti vorrebbero prevenire tali problemi, ma chi è davvero pronto ad ascoltare i consigli antichi, le verità immutabili, per esaminare la propria vita e cambiare, o implementare quello che è necessario? 

La Parola di Dio ti dice la verità, ma tocca a te applicarla alla tua vita, per il tuo bene.

Chi ben comincia...

C’è un punto di partenza preciso dal quale scaturisce tutto il resto. È il fattore più determinante che influisce su tutta la nostra vita. Regola ogni nostra decisione, reazione, relazione e sentimento. Eccolo: “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non ti stimare saggio da te stesso; temi il SIGNORE e allontanati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa” (Pr. 2:5-8).

Hai notato? Sta dicendo che non siamo sufficientemente saggi per poter fare di testa nostra senza Dio, e che se non siamo diretti da Lui, siamo portati a fare il male, e a stare male. 

Le statistiche rivelano che sono sempre di più le persone depresse, anche tra i giovanissimi. È forse un comportamento che hanno in qualche modo “imparato” dai genitori o da persone intorno a loro? O la loro depressione è il frutto del loro modo sbagliato di affrontare la vita? 

Fidandosi solo dei ragionamenti umani si rimane inevitabilmente delusi: non resta che vivere le conseguenze del peccato. Perché il peccato ha sempre una conseguenza.

Per questo abbiamo bisogno di aggrapparci alla verità della Parola di Dio: “Bontà e verità non ti abbandonino; legatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai così grazia e buon senso agli occhi di Dio e degli uomini” (Pr. 2:3,4). 

Ti ricorda qualche frase di Gesù? “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi…” Non si tratta di rispolverare dei versetti nel momento del bisogno (che è la cosa giusta da fare!), ma di lasciare che quelle parole modellino il nostro cuore giorno per giorno. E questo ci porta al prossimo proverbio.

Sempre all’erta

“Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra” (Pr. 4:22,23).

Il cuore è la sede dei nostri affetti e desideri. Ma è ingannevole e maligno. È incline al peccato e va protetto più di ogni altra cosa. 

Custodire il cuore significa stare lontani da qualunque cosa sia perversa e sbagliata. È non soffermarsi su pensieri che portano a peccare, non desiderare il male, né invidiarlo, ma riempire il cuore con la verità delle Sacre Scritture.

Vuol dire stare sempre all’erta, perché siamo ribelli e insensati per natura. E quando pecchiamo, dobbiamo essere corretti.

Le lacrime degli stupidi

A nessuno piace essere ripreso. Ma è davvero necessario.

“Chi ama la correzione ama la scienza, ma chi odia la riprensione è uno stupido” (Pr. 12:1). 

Odiare, risentirsi o arrabbiarsi quando siamo ripresi è da stupidi! Più chiaro di così!

Chi non vuole essere ripreso si crede perfetto. Chi non vuole essere corretto, pensa di non aver nulla da imparare. E diciamocela: persone così sono piuttosto insopportabili.

Molti rimpianti nascono dal non aver voluto ascoltare, per orgoglio, testardaggine o ripicca. Dio ci invita a essere malleabili, e essere pronti ad ascoltare ed evitare così tanti rimpianti inutili: “…e tu non dica: «Come ho fatto a odiare la correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione? Come ho fatto a non ascoltare la voce di chi m’insegnava, e a non porgere l’orecchio a chi m’istruiva?” (Pr. 5:12,13).

Spesso dico scherzando che vorrei tornare a scuola, al liceo, che a suo tempo detestavo. Quante cose avrei potuto imparare se fossi stato più attento… Per le nozioni si può anche rimediare più tardi studiando per conto proprio, ma trascurare le lezioni di vita potrebbe costare molto caro.

Tutti pronti dunque ad accogliere buoni consigli e propositi della Parola di Dio! Ma non solo quando ci vengono offerti: li dobbiamo ricercare attivamente. 

Fai una lista delle aree in cui riconosci di aver bisogno di consiglio: il tempo, i soldi, l’educazione dei figli, difetti caratteriali, le amicizie, la vita coniugale, il tuo rapporto con i genitori… Scoprirai che sono soggetti di cui parla la Bibbia. Salomone non era estraneo a tutto ciò. Il suo libro dei Proverbi ha 31 capitoli! Tanta saggezza a tua disposizione.

MA TI SEI VISTO?

Chiediamoci: siamo delle persone a cui si può insegnare o pensiamo di essere autosufficienti? Come reagisci quando qualcuno ti si avvicina offrendo dei consigli? Pensi subito: “Ma chi si crede di essere per venirmi a fare la predica”? 

Non saresti l’unico a pensarlo. 

È interessante notare che queste cose ci danno fastidio da giovani, ma anche da grandi è lo stesso! Sarà forse che abbiamo problemi di orgoglio?

“La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta” (Pr. 16:18). 

Una persona arrogante è incorreggibile. Andrà a finire male di sicuro. L’orgoglio infatti è la caratteristica del diavolo. Dio resiste gli orgogliosi.

Nella sua perfetta cura, Dio ci ha messo intorno genitori, anziani di chiesa, amici e fratelli e sorelle in fede – sono un gran dono che non dobbiamo sottovalutare. Dio si serve anche di loro per educarci. Permettiamo a loro di aiutarci a crescere nel nostro amore per il Signore. 

Ho amici a cui voglio tanto bene, vedo aspetti nella loro vita che non vanno, ma non ho il coraggio di avvicinarli, perché so come reagirebbero e ho paura di perdere la loro amicizia. Non mi va di essere travolto da una lunga lista di giustificazioni e finte ragioni. 

Mentre scrivo queste parole mi sto chiedendo: Ma io come sono? Faccio la stessa cosa? 

Le persone trovano in me una persona desiderosa di ascoltare? Sono pronto a cambiare?

Di recente un amico che mi ha ringraziato per il tempo che avevo passato con lui regolarmente per un paio di anni. Ci incontravamo alle 5 di mattina a McDonald’s per parlare della sua vita. Mi ha confidato che spesso andava via arrabbiato, non gli piaceva ascoltare le cose che dicevo. Eppure, eravamo lì perché lo aveva chiesto lui. Sapeva che quei momenti erano utili per la sua vita. Lo erano anche per me, perché dandogli consigli biblici ero continuamente spronato a rivedere e valutare la mia vita.

Zitti e mosca!

“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente. La lingua del giusto è argento scelto; il cuore degli empi vale poco” (Pr. 10:19,20). 

A volte sembra che Salomone abbia scritto alcuni dei suoi proverbi proprio per noi italiani. Siamo chiacchieroni, parliamo troppo e volentieri. 

Il libro dei Proverbi avverte di mordere, di frenare la lingua loquace. Imparare a stare zitti è una grande protezione.

Come vorrei tornare indietro nel tempo e non avere pronunciato delle cose che ho detto nella mia ignoranza, nel voler dare la mia opinione. A volte me ne sono reso conto subito e ho potuto rimediare, ma altre volte sono passati anni e il ricordo delle mie parole taglienti ha continuato a fare del male.

“C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione” (Pr. 12:18). 

Se solo imparassimo a parlare al momento giusto, potremmo fare tanto bene. Il parlare troppo ci mette nei guai, ci espone al rischio di dire qualcosa che avremmo dovuto tenere per noi.

“Chi va sparlando svela i segreti, ma chi ha lo spirito leale tiene celata la cosa” (Pr. 11:13).

“L’uomo accorto nasconde quello che sa, ma il cuore degli stolti proclama la loro follia” (Pr. 12:23).

Non dobbiamo solo stare attenti a come parliamo, ma anche a stare lontani da quelli che lo fanno troppo. “Chi va sparlando palesa i segreti; perciò non t’immischiare con chi apre troppo le labbra” (Pr. 16:19).

Se ti viene da sorridere pensando che sia un problema solo delle donne, ti sbagli. Il rischio riguarda tutti. Dovremmo stamparci questi versetti su un pezzo di carta e metterlo sullo specchio del bagno, così prima che il caffè svegli la nostra lingua ci faranno ricordare di stare in guardia.

Famiglia canaglia

Chi è sposato lo sa: mariti e mogli possono diventare molto insensibili. Certi comportamenti diventano un’abitudine, di cui non ci rendiamo neanche più conto.

Dai tempi di Adamo e Eva i coniugi hanno sempre trovato cose da ridire sugli atteggiamenti l’uno dell’altra. 

Dio però, ci spinge a riflettere sulle nostre azioni. 

“Meglio un piatto d’erbe, dov’è l’amore, che un bue ingrassato, dov’è l’odio” (Pr. 15:17). 

In famiglia, l’amore, la stima e la cura reciproca valgono molto di più che il benessere economico. 

Tanti uomini si affaticano per provvedere per la famiglia, trascurando però il loro ruolo di guide spirituali per la moglie e i figli. Il loro amore non è visibile nelle parole e nella cura dei famigliari. 

Provvedono vestiti, casa, vacanze, gadget e sport che, però, non possono compensare la discordia che regna in casa: “È meglio un tozzo di pane secco con la pace, che una casa piena di carni con la discordia” (Pr. 17:1).

Cari padri, non è indispensabile che tutti i figli abbiano un tablet o uno smartphone. Anzi forse sarebbe meglio non averli per niente. 

Avreste più tempo da passare con tuo figlio.

Le mogli hanno un ruolo importante nel portare pace e serenità in famiglia, il ché non va perso di vista. “La donna saggia costruisce la sua casa, ma la stolta l’abbatte con le proprie mani” (Pr. 14:1). 

Litigare o parlare male del marito non ha mai portato nulla di positivo, anzi allontana solo il coniuge. “Meglio abitare sul canto di un tetto, che in una gran casa con una moglie rissosa. Meglio abitare in un deserto, che con una donna rissosa e stizzosa” (Pr. 21:9,19).

La serenità della famiglia comincia proprio nella relazione tra i coniugi. Le ferite, i dolori, l’astio non sono misurabili, non si può sapere chi dei due ha sofferto di più. 

Alzare la voce, lamentarsi, criticare, ripetere all’infinito le stesse cose, è un segno di NON voler trovare una soluzione.

Vuoi un anno migliore? Una casa che sia un’oasi di pace, dove regnino il rispetto e l’amore? Comincia tutto proprio dai genitori! 

Come vi parlate in famiglia? Cosa pensi di fare per essere un agente di pace nella tua casa? Il cambiamento non sarà frutto del caso, ma delle tue decisioni e dei tuoi propositi ponderati e preparati.

Allevi un delinquente?

Provo un dispiacere misto a rabbia quando osservo alcuni genitori con i loro piccoli. La mamma che continua a vietare al bambino di fare una certa cosa, e lui che continua imperterrito a farla… Genitori che invece di disciplinare i figli, gli fanno lunghi e ripetuti discorsi inutili, che non producono cambiamenti… Padri che (se mai sono a casa!) lasciano alla mamma, o ai nonni, la gestione dell’intera famiglia, mentre loro si mettono a guardare la TV, o a leggere il giornale in mezzo al caos più totale…

Pensare che l’educazione cominci quando i figli sono grandi “abbastanza”, è il modo più sicuro di avere guai grossi: “Anche il bambino dimostra con i suoi atti se la sua condotta sarà pura e retta” (Pr. 20:11). Quante volte devi dire di no al bambino prima che ci siano delle conseguenze?

Bisogna cominciare da subito, quando sono ancora piccolissimi, cominciando con chiarezza e fermezza. “Chi risparmia la verga odia suo figlio, ma chi lo ama, lo corregge per tempo” (Pr. 13:24). Se non l’abbiamo capito, Salomone reitera: “La follia è legata al cuore del bambino, ma la verga della correzione l’allontanerà da lui” (Pr. 22:15). 

Dio raccomanda di intervenire subito, quando c’è ancora speranza. “Castiga tuo figlio, mentre c’è ancora speranza, ma non lasciarti andare sino a farlo morire” (Pr. 19:18). 

Non c’è nulla di male nell’usare la punizione appropriata. “Non risparmiare la correzione al bambino; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma lo salverai dal soggiorno dei morti” (Pr. 23:13,14). 

Ami i tuoi figli? Allora sappi che amarli richiede tanto lavoro! 

Qualche volta devi ritornare sulla stessa correzione, anche nel giro di pochi minuti. Forse non ti va, forse sei stanco, ma è necessario. Nel tempo raccoglierai i benefici. “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà” (Pr. 22:6).

Ma la Bibbia ha qualcosa da dire anche per i figli quando diventano più grandi e cominciano a esercitare una certa autonomia: “Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non rifiutare l’insegnamento di tua madre; poiché saranno un fregio di grazia sul tuo capo e monili al tuo collo” (Pr. 1:8,9).

Non so quanti adolescenti leggeranno questo articolo, ma lancio un’idea: fate leggere questo giornale ai vostri figli, e poi chiedetegli di valutare la vostra vita di famiglia! 

Avrete poi il coraggio di ascoltarli e cambiare? Sicuramente sorprendereste i vostri figli, specialmente se mostrate prontezza genuina a chiedere perdono e a cambiare.

Rivalutare regolarmente come sta andando l’educazione dei figli sin da piccoli, è una buona abitudine. Aiuta a migliorare prima che sia troppo tardi.

Il miracolo della fame

“Il pigro desidera, e non ha nulla, ma l’operoso sarà pienamente soddisfatto” (Pr. 13:4). “Il pigro non ara a causa del freddo; alla raccolta verrà a cercare, ma non ci sarà nulla” (Pr. 20:4).

Il lavoro serve per provvedere alla famiglia, e per poter donare agli altri. L’ha stabilito Dio. 

Trovare il lavoro può essere difficile, e un lavoro che ci piaccia, con la paga che pensiamo di meritare, è forse impossibile. Dio, però, non ce lo comanda solo quando ci piace: dobbiamo lavorare e basta. Il principio è valido: “La fame del lavoratore lavora per lui, perché la sua bocca lo stimola” (Pr. 16:26).

Genitori, un po’ di fame fa miracoli nei vostri figli! Conosco diverse persone che continuano a provvedere a loro anche quando questi sono ormai adulti. Non parlo di aiuti saltuari. Se ci sono delle emergenze è giusto aiutare con quello che si può, ma non è normale che i figli adulti dipendano economicamente dai genitori. 

Un sano atteggiamento verso il lavoro si impara da piccoli. 

Molti genitori invece non fanno lavorare i bambini in casa. È un danno nei confronti dei figli. 

Devono imparare a farsi il letto, apparecchiare e sparecchiare, lavare i piatti, portare fuori la spazzatura e fare le pulizie. Altrimenti diventeranno pigri. 

Quale datore di lavoro assumerebbe un pigro? 

Chi vorrebbe sposarsi un pigro?

La compagnia che fai… 

“Chi va con i saggi diventa saggio, ma il compagno degli insensati diventa cattivo” (Pr. 13:20). Le persone che ci scegliamo come consiglieri e come amici esercitano un grande ascendente su di noi.

Scegliersi amici credenti, con principi biblici solidi, è d’obbligo. Ma c’è di più. 

Devono essere anche capaci di tenere a bada i sentimenti. “L’uomo collerico fa nascere contese, ma chi è lento all’ira calma le liti” (Pr. 15:18). 

Devono saper perdonare: “Chi copre gli sbagli si procura amore, ma chi sempre vi torna su, disunisce gli amici migliori” (Pr. 17:9).

Devono essere di animo generoso: “Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell’acqua da bere; perché, così, radunerai dei carboni accesi sul suo capo, e il SIGNORE ti ricompenserà” (Pr. 25:21,22).

Tu sei un amico così?

Il Signore lo è.

Hai letto fino a qui; se stai facendo bene, non ti vantare. Se ci sono cose che devi cambiare, chiedi aiuto al Signore: “Non ti vantare del domani, poiché non sai quel che un giorno possa produrre. Altri ti lodi, non la tua bocca; un estraneo, non le tue labbra” (Pr. 27:1,2). 

L’anno che verrà è nelle mani di Dio. Lui ha promesso di camminare accanto a noi. Impariamo a fidarci di Lui, impariamo a chiedere perdono: “Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia” (Pr. 28:13).

Quest’anno, quando qualcuno ti augura Buon Anno, fermati, rifletti e ripromettiti di seguire i principi biblici, e il suo augurio non cadrà nel vuoto! 

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