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Novità

Le confessioni di un edonista

L'Ecclesiaste

L'ECCLESIASTE - Dalla vanità alla verità

Le confessioni di un edonista

di Maria Teresa Standridge de Giustina
ISBN: 978-88-96129-19-7
Pagine 128
Euro 12,00 + spese postali

Il libro dell’Ecclesiaste è stato scritto dal re Salomone e fa parte dei cinque libri poetici dell’Antico Testamento. Da un lato intimorisce e da un altro intriga. È poco letto e raramente predicato, nel suo insieme, nelle nostre chiese evangeliche.

Alcune sue frasi, come “Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni” e “Vanità delle vanità, tutto è vanità!” sono usate come slogan a effetto in alcune circostanze, come convegni giovanili o funerali.

Altre frasi, estrapolate arbitrariamente dal loro contesto e quadro storico, sono state addirittura usate da certe sette per sostenere le loro false dottrine.

L’autrice di “L’ECCLESIASTE: dalla vanità alla verità” ha tentato di toccare i vari argomenti trattati dall’uomo definito da Cristo come “il più saggio del mondo” molti secoli fa, e di dimostarne l’attualità, sottolineando soprattutto la verità che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. Infatti i problemi e i rischi di un tempo sono ancora, e più che mai, presenti e pericolosi per noi oggi.

L'Ecclesiaste GUIDA ALLO STUDIO


Il libro è venduto insieme alla “GUIDA ALLO STUDIO L'Ecclesiaste” che sviluppa e approfondisce i soggetti di ciascun capitolo, tra cui la ricerca di Dio, come avvicinarci a Lui, trovare un vero senso nella vita e valutarne le realtà. È pensata come aiuto pratico allo studio personale e in gruppo del testo biblico. 

Suggerisce riflessioni e amplia i vari argomenti trattati nel libro. Nei primi capitoli esamina il background familiare del re Salomone, mettendo in luce alcune vicende che certamente ne hanno segnata la personalità. Fa anche una radiografia onesta e, si spera, obiettiva della sua carriera iniziata nel migliore dei modi e finita nel peggiore, collegandola ai rischi e ai pericoli che la nostra società attuale presenta. Sviluppa poi e approfondisce i soggetti di ciascun capitolo, tra cui la ricerca di Dio, come avvicinarci a Lui, trovare un vero senso nella vita e valutarne le realtà.

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[Estratto dal capitolo 8]

Il credente e il suo Dio: timore e tremore

Nel suo realismo e con la sua logica stringente l’Ecclesiaste si è reso conto della infinita distanza che separa l’uomo da Dio e della sua incapacità di comprenderne solo in modo superficiale la grandezza: “Quando ho applicato il mio cuore a conoscere la saggezza e a considerare le cose che si fanno sulla terra, perché gli occhi dell’uomo non godono sonno né giorno né notte, allora ho scrutato tutta l’opera di Dio e ho visto che l’uomo è impotente a spiegare quello che si fa sotto il sole; egli ha un bell’affaticarsi a cercare la spiegazione; non riesce a trovarla; e anche se il saggio pretende di saperlo, non però può trovarla” (8:16,17).

L’Ecclesiaste ha però capito molto bene l’importanza di essere in una giusta relazione con Dio e esprime pensieri chiarissimi per chi vuole piacere al suo Signore.

[...omissis...]

Dio deve essere avvicinato con estremo rispetto e onorato con tutto il cuore

“Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicinati per ascoltare, anziché per offrire il sacrificio degli stolti...” (5:1).

Troppe volte il credente si avvicina a Dio con grande leggerezza. Anche se è assolutamente vero che, per chi crede, Egli è il Padre Celeste buono e misericordioso, pieno di tenerezza e compassione, che Gesù “non si vergogna di chiamarci fratelli” (Ebrei 2:11), è anche sempre vero che deve continuare a essere, anche per chi crede in Lui, il Dio santo, infinito, onnipotente, onniveggente, onnisciente, infinitamente al di sopra di noi. La lettera agli Ebrei arriva a dire ai credenti del nuovo patto, rigenerati da Cristo e quindi divenuti suoi figli, che “Dio è un fuoco consumante” (12:29).

Il nostro atteggiamento dovrebbe perciò essere sempre quello di una persona che ascolta e parla con grande rispetto. Troppo spesso lo sommergiamo con la nostra lista di richieste e l’elenco dei nostri problemi, come se fosse un nostro servo e dimentichiamo di adorarlo.

“Non essere precipitoso nel parlare... perché Dio è in cielo e tu sulla terra; le tue parole siano dunque poche” (5:3).

Anche il Signore Gesù ha detto che non siamo esauditi “per la moltitudine di parole” che pronunciamo, ma per l’atteggiamento di umiltà e timore con cui ci avviciniamo a Lui (Matteo 6:7).

Egli è il Padre celeste, ci ascolta più e meglio di un padre umano, ma rimane sempre il Dio che deve essere ascoltato. L’Ecclesiaste afferma: “Se vi sono vanità nei molti sogni, ve ne sono anche nelle parole...” (5:7).

L'Ecclesiaste: dalla vanità alla verità © Associazione Verità Evangelica