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Impara l'arte

Sei un vero fratello maggiore?

Troppo spesso, le relazioni degli adulti coi ragazzi delle nostre chiese si limitano all’ora di studio biblico, alla classe della scuola domenicale, o a un semplice “Ciao, come va la scuola?” che lascia il tempo che trova.

Quando ero adolescente, non avevo trovato ancora una fede personale in Cristo, ma ho avuto la grande benedizione di essere amica della figlia di una signora, da cui ho imparato molto.
Mi ha insegnato a amare il lavoro, la fotografia, il giardinaggio. E mi ha invitata a fare delle passeggiate con lei. Mi raccontava della sua infanzia in Inghilterra e di quello che aveva imparato in collegio.
Mi trattava come una amica e sembrava interessata davvero a quello che le raccontavo.
Nel trattare con gli adolescenti si devono cercare alcune cosa importanti.

Sviluppare una relazione

I ragazzi, a volte, non si trovano bene in famiglia. La mamma è troppo possessiva. Il padre troppo esigente. I fratelli una lagna. In fondo, non stanno bene con loro stessi.
Un amico o un’amica più grande di loro (forse l’insegnante della scuola domenicale o uno dei membri del gruppo dei giovani), che si prende il tempo di uscire per una pizza o un gelato, sembra una gran cosa. O che insegna loro a fare un lavoro, un piatto speciale. O che si offre per spiegare una costruzione di latino o un teorema di geometria incomprensibile.
Senza amicizia, non si impara molto. A volte si impara di più sentendo un amico maturo che racconta ciò che gli è successo quando aveva la loro età, che da sette prediche sulla condotta cristiana.

Concentrarsi su principi di vita

I ragazzi odiano le regole, ma ti stanno a ascoltare se parli di principi biblici utili e ragionevoli. Se dici alle ragazze che le cristiane non vanno in giro mostrando l'ombelico, ti daranno della bacchettona. Se parli della gioia che tu hai provato nel tenere certe cose per l’uomo della tua vita, ti ascolteranno. E forse ti faranno delle domande molto precise.
Se racconti a un adolescente come studi la Bibbia e che cosa ci tiri fuori, probabilmente ci proverà anche lui.

Essere flessibili

I ragazzi si trovano davanti a una vita che cambia e a mode che sconcertano. Se la volta che devono fare uno studio biblico con te, arrivano con una domanda che ti prende tutta l’ora che avresti dovuto usare per “discepolarlo” (che parola antipatica!), non ti fare prendere dal panico.
Rispondi alla sua domanda, perché è quella che lo turba o lo interessa. Rimanda lo studio alla prossima volta.
Il mondo evangelico non crollerà e neppure il tuo programma.

Essere onesti

Se non sai una risposta, non te la inventare. Proponi di cercarla con lui o con lei e usa libri, dizionari, commentari fino a che non l’avrai trovata. Oppure proponi di parlarne insieme con una persona con maggiore conoscenza biblica o in qualche altro campo.
I ragazzi non sopportano l’ipocrisia. Ma ammirano la sincerità.