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La Voce del Vangelo

La VOCE dicembre 2023

Il 2023 termina con un mondo turbato da guerre e da un’insicurezza politica ed economica globale.

Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina sono evidenti. Centinaia di migliaia di morti e feriti, e ripercussioni sull’economia di tutti i paesi occidentali.

Poi c’è la guerra tra Hamas e Israele. Ormai conta anche qui tantissimi morti, e ha creato grande instabilità sia nei paesi circostanti che in molti paesi Europei.

I credenti si chiedono se non siamo al principio della fine del mondo. È questo il preludio del rapimento della chiesa e del millennio? Quanto siamo vicini al ritorno del Signore?

Di certo non si può restare indifferenti davanti alla morte di migliaia di persone che dovranno affrontare il giudizio di Dio e che, con molta probabilità, saranno condannate all’inferno per l’eternità a causa del loro peccato.

Queste due guerre hanno dominato i notiziari lasciando nell’ombra gli altri conflitti che si combattono nel mondo in questo momento (circa una trentina), tra guerre per la supremazia sul commercio della droga, insurrezioni terroristiche, conflitti etnici e guerre civili.

Ogni guerra e ogni catastrofe dovrebbe ricordarci la domanda dei discepoli sugli ultimi tempi e la risposta di Gesù. 

Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: “Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?”
Gesù rispose loro: “Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: «Io sono il Cristo». E ne sedurranno molti. 
Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori. 
Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda.
Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 
Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. 
E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.” —Matteo 24:3-14

In passato ci sono stati molti eventi interpretati come la prova che si stava vivendo negli ultimi tempi. E tanto di tutto ciò che oggi sta accadendo nel mondo sembra rispecchiare la fine dei tempi descritta da Gesù. 

È innegabile e ovvio che la fine del mondo è più vicina oggi di quanto non lo fosse al tempo degli apostoli. Ed è altrettanto sicuro che oggi, come duemila anni fa, ogni credente deve vivere alla luce dell’imminente ritorno di Cristo. 

Infatti, è l’evento più atteso da ogni figlio di Dio da oltre 2000 anni, ed è proprio il prossimo che la chiesa deve aspettare e a cui deve assolutamente prepararsi. 

Paolo spiegava ai Tessalonicesi che “il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:16,17).

Ai credenti di Corinto diceva: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati” (1 Corinzi 15:51,52).

Un discepolo di Gesù osserva sicuramente quello che accade nel mondo, ma soprattutto crede alla Parola di Dio che gli dà quelle certezze che chi non conosce Dio non ha, e nemmeno può avere.

È importante ricordare che gli eventi mondiali di questi giorni non sono frutto del caso, ma sono preordinati e controllati da Dio. Il Signore non è sorpreso da nessun accadimento e da nessun capo di governo, anzi, ogni autorità che esiste è stabilita da lui e sotto il suo potere totale e assoluto.

Per questo Paolo esorta: “Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio” (Romani 13:1). 

Dio non deve mai rimediare alle catastrofi che succedono nel mondo, ma ha un piano chiaro e predeterminato per ogni situazione. 

Il credente che ha il cuore a posto davanti al Signore non ha bisogno di vivere nella paura, e nemmeno deve farlo. Al contrario, la sicurezza certa del ritorno di Cristo dovrebbe essere per lui motivo d’incoraggiamento e spunto di conversazione, come ha scritto Paolo: “Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:18).

D’altra parte, sarebbe sbagliato e non sano se gli avvenimenti tragici nel mondo ci lasciassero indifferenti, perché comunque devono produrre delle reazioni.

Prima di tutto dovrebbero aumentare in noi il desiderio del ritorno di Cristo: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa” (Filippesi 3:20,21).

Il mondo è bacato dal peccato, e noi pure pecchiamo con sconcertante facilità. Questa consapevolezza ci fa desiderare sempre più la trasformazione del cuore che vuole Dio. È un desiderio di purezza e santità che deve permeare il nostro modo di vivere e di pensare.

Paolo ne ha parlato a Tito, scrivendogli: “Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:11-13).

È questa la realtà che trasforma la vita!

Tutto ciò che succede intorno a noi deve ricordarci, inoltre, che non siamo legati a questo mondo. Siamo cittadini del cielo, e ogni nostra azione, ogni nostro proposito e ogni nostro desiderio devono essere vissuti alla luce di ciò che è eterno.

“Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria” (Colossesi 3:1-4).

Non voglio negare né sminuire le difficoltà che dobbiamo gestire ogni giorno, dico solo che troppo facilmente ci preoccupiamo di più (o troppo) per ciò che è terreno e temporaneo.

Una terza verità che gli eventi mondiali devono continuamente ricordarci è questa: noi viviamo grazie alla misericordia di Dio. Siamo profondamente amati e curati da lui: “Conservatevi nell’amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna” (Giuda 1:21).

Il credente considera tutto ciò che gli accade intorno con la certezza che non dovrà mai affrontare l’ira di Dio, e vive ogni giorno servendolo mentre aspetta “dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè Gesù, che ci libera dall’ira imminente” (1 Tessalonicesi 1:10).

Al tempo stesso, è fondamentale che non dimentichiamo di pregare per tutte le autorità, come Paolo ha ricordato a Timoteo: “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo” (1 Timoteo 2:1-6).

Dobbiamo pregare che il Signore ci dia l’opportunità di parlare alle persone che incontriamo e ai nostri amici, colleghi e parenti del bisogno di essere salvati per mezzo dell’unico mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo.

Il prossimo evento sul “calendario spirituale” del credente sarà il ritorno del Signore. Gli avvenimenti mondiali che osserviamo lo sottolineano, come lo deve sottolineare anche il nostro modo di vivere agli occhi del mondo.

  • Dobbiamo vivere una vita pia, cioè santa e timorata di Dio.
  • Dobbiamo parlare agli altri di Cristo.
  • Dobbiamo tenere sempre in mente il ritorno imminente del Signore, e ricordarcelo l’un l’altro ci incoraggerà.
  • Dobbiamo fondare la nostra pace e la nostra sicurezza sulla sovranità di Dio.

Molti seguono le vicende in Israele con attenzione per cercare di capire ciò che sta per succedere. Dio ha certamente promesso di prendersi cura del suo popolo. Ci sono diverse promesse che lui ha fatto a Israele che devono ancora avverarsi. Ci sono alcune scuole di pensiero teologico in merito, e la mia convinzione è che avverranno nel periodo della tribolazione e del millennio. Nel frattempo la Parola di Dio esorta i credenti a pregare per una serie di cose specifiche.

Dobbiamo pregare:
  • Che il popolo di Dio sia salvato. Oggi sono ciechi alla realtà del Messia, ma anche loro hanno solo un mezzo per essere salvati: la fede nel Messia, Gesù Cristo, l’unico Salvatore e Signore.
  • Che il popolo palestinese possa rinnegare la fede all’Islam e riconoscere invece in Cristo l’unico Re degno della loro fede e adorazione.
  • Per le famiglie di coloro che muoiono in tutte le guerre attuali: che qualcuno gli possa parlare del Vangelo.
  • Che le aggressioni non producano più odio e vendetta, ma un desiderio di trovare la pace nel vero Dio.
  • Che il vangelo possa raggiungere tutti coloro che rischiano la vita in guerra e che possano conoscere la meraviglia della fede in Cristo.
  • Che i credenti possano vivere la loro vita con coerenza e con un peso profondo per la salvezza di ogni persona.
  • Per i credenti che oggi soffrono a causa delle guerre: che Dio possa incoraggiarli e tenerli saldi nella fede.

Noi tutti rischiamo di lasciarci assorbire da preoccupazioni e obbiettivi terreni e temporanei, ed è per questo motivo che Gesù ha detto: “Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:19-21).

Una piccola parentesi necessaria e che in questo periodo dell’anno ci fa bene riflettere anche su un aspetto in merito a ciò che è temporaneo: quante spese vengono fatte per cose superflue, che non portano un vero beneficio? Alla luce di quello che sta succedendo intorno a noi dovremmo essere più attenti a come spendiamo i nostri soldi; forse il Signore vuole che destiniamo una parte di essi per la sua opera.

“Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:16-18).

Che Dio possa darci un peso sempre più grande per ciò che è eterno. 

La Parola di Dio termina con queste parole: “Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 22:20).

Davide Standridge

 

PER APPROFONDIRE 

Clicca sul titolo per aprire la pagina dedicata al libro

”Il

IL PIANO DI DIO PER ISRAELE
di Steven A. Kreloff 
ISBN 978-88-96129-02-9
Pagine 104 
Euro 7,50 + spese postali

DIO HA RIPUDIATO IL SUO POPOLO?
La chiesa del primo secolo era composta quasi esclusivamente da Giudei. I suoi membri erano Giudei convertiti a Cristo. La sua fede era nel Messia giudeo. Credeva al messaggio predicato in Israele e esaminava le Scritture dell’Antico Testamento, per comprendere le verità del Nuovo Testamento.

Poi il quadro è cambiato. Venne una forte persecuzione che fece disperdere i nuovi credenti in tutto l’Impero romano. Molti Giudei si opposero rabbiosamente al Cristianesimo nascente, mentre moltitudini di pagani credevano in Cristo per ottenere la salvezza.
Vari credenti giudei, perplessi davanti agli avvenimenti della storia, cominciarono a domandarsi: “Che n'è stato delle promesse speciali fatte da Dio a Israele? Il popolo di Dio è stato ripudiato in favore di una chiesa composta largamente da pagani?”

L’apostolo Paolo aveva in mente queste domande preoccupate quando scrisse ai credenti di Roma. Perciò ne parlò e rispose a esse nei capitoli 9-11 della sua lettera. Egli difende appassionatamente la giustizia di Dio, e spiega il piano che restaurerà Israele e le ridarà in futuro il suo posto privilegiato.

 ””DioDIO HA DAVVERO IL CONTROLLO?
di Jerry Bridges 
Pagine 136
Euro 10,00 + spese postali

Quando un disastro naturale colpisce vicino a casa nostra o un incidente porta via un nostro caro o un bambino nasce con una malformazione grave che influenzerà tutta la sua vita, come reagiamo? 
Pensiamo che Dio abbia guardato incurante da un’altra parte? O che sia, in ogni modo, così lontano per cui poco gli importa di ciò che succede ai mortali? Dov’è Dio quando le cose vanno male?

Jerry Bridges affronta questi interrogativi e li esamina alla luce delle Sacre Scritture. Non pretende di capire a fondo e di spiegare i pensieri e i piani di Dio, né si erge a giudice di chi si chiede “perché?” 
Cerca solo con grande onestà di esporre nella maniera più semplice e piana ciò che lui stesso ha compreso. 

Ne risulta un quadro equilibrato e estremamente consolante di un Dio amorevole, saggio e sovrano, che non perde il controllo delle circostanze mondiali e nostre personali. Anzi le usa per il bene temporale e eterno di chi si fida di Lui.


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