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La Voce del Vangelo

La VOCE gennaio 2024

Al tempo di Gesù nessun Ebreo aveva una copia dell’Antico Testamento in casa. Le Sacre Scritture erano custodite con grande attenzione nelle sinagoghe dove venivano maneggiate da inservienti incaricati e lette solo da coloro che le insegnavano commentandole. 

Il compito di preservare e ricopiare questi preziosi testi della legge e dei profeti era affidato agli scribi. 

In realtà, fino al 1500 praticamente nessuno possedeva una copia della Bibbia. Solo dopo che fu tradotta interamente da Tyndale in inglese, da Lutero in tedesco e da Diodati in italiano cominciarono a circolare porzioni delle Scritture per uso personale grazie all’invenzione della stampa. 

In quei tempi la maggior parte delle persone era analfabeta, e se anche avessero avuto una copia della Bibbia non avrebbero saputo leggerla.

Quell’epoca era caratterizzata da grande ostilità verso la diffusione della Parola di Dio. Il diavolo e i suoi servi hanno fatto del tutto per impedire che la Bibbia finisse nelle mani del popolo ma non ci riuscirono. Molti morirono per renderla accessibile a tutti. 

Tuttora, in certi Paesi è vietato possedere una copia della Parola di Dio.

Oggi siamo benedetti perché possiamo avere una copia personale della Sacra Bibbia e siamo in grado di leggerla! Molti di noi ne hanno più di una.

Ricordo la prima volta che l’ho ricevuta in regalo dai miei genitori, insieme alla grande responsabilità di portarla sempre in chiesa. Prima di uscire di casa papà lanciava il suo grido di guerra: “Vi siete messi le scarpe? Vi siete messi il cappotto? Avete preso le vostre Bibbie?”

Sarà che i tempi sono cambiati, ma trovo triste che oggi pochi si rendono conto del privilegio di venire in chiesa portando con sé la propria Bibbia. Dispositivi digitali hanno preso il posto della Bibbia fisica, ma dubito che leggerla sul telefonino sia efficace quanto leggerla su carta. 

Con la Bibbia tra le mani non sei tentato di continuare scorrere il dito sullo schermo per trovare nuovi stimoli. Puoi concentrarti su quello che leggi, sottolineare le parole chiave e segnare qualche appunto a margine della pagina. 

Sapere cosa dice e conoscere i passi più importanti sembra allettante per pochi ma, per restare in piedi nella battaglia spirituale che stiamo studiando, è fondamentale saperla anche applicare alle nostre circostanze. 

La Parola di Dio, la spada dello Spirito è infatti l’ultimo componente dell’armatura di Dio che dobbiamo indossare per essere vittoriosi in questa guerra senza esclusioni di colpi, in cui pochi credono e molti sottovalutano.

“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 
“Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
“State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno.
“Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. 
“Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli.” —Efesini 6:10-20

Nei mesi passati abbiamo parlato delle seguenti parti:

CINTURA della VERITÀ
CORAZZA della GIUSTIZIA
CALZATURE dello ZELO dato dal vangelo
SCUDO della FEDE
ELMO della SALVEZZA

In questo numero concludiamo lo studio parlando della SPADA dello SPIRITO. 

I soldati romani avevano due tipi di spada. Quella grande veniva usata dai soldati a cavallo perché con essa potevano colpire i nemici anche a piedi.

La spada piccola, detta il gladio e usata dalla maggior parte dei soldati, era più adatta per il combattimento corpo a corpo. 

Era lunga tra i 15 e i 60 centimetri, aveva una lama di circa 3 centimetri affilata da ambo i lati in modo che potesse tagliare da qualunque parte. La punta triangolare, ben affilata, era progettata per penetrare facilmente le carni del nemico. Il manico era di cuoio o di osso.

Di solito la battaglia cominciava con il lancio delle frecce infuocate mentre gli schieramenti, uno di fronte all’altro e protetti da scudi che schermavano tutto il corpo del soldato, si avvicinavano piano piano. Dopo le frecce, a distanza più ravvicinata, si lanciavano i giavellotti. L’obbiettivo era quello di creare scompiglio e i presupposti per la battaglia corpo a corpo. I giavellotti che penetravano gli scudi erano difficili da togliere rendendoli inutilizzabili, e così cominciava il corpo a corpo.

Bastava infilzare il nemico di circa 3 o 4 centimetri con la punta della spada per ferirlo a morte. Se si fosse protetto con lo scudo, si doveva cercare di colpirlo al ginocchio o alle caviglie per farlo cadere, e poi ucciderlo.

I destinatari originali della lettera di Paolo avevano ben chiaro cosa fosse un gladio, e a cosa servisse. 

Il compito del credente è quello di rimanere in piedi, di difendersi dagli attacchi di Satana, dei suoi demoni e dei suoi seguaci.

Ognuno di noi sa che il diavolo usa qualsiasi mezzo possibile per tentarci e per farci cadere. Si serve dei nostri punti deboli, del modo sbagliato di ragionare, delle abitudini errate e dei nostri appetiti carnali. 

Spesso non ci ricordiamo del comando del Signore di indossare sempre la sua armatura, e allora combattiamo con armi umane, ma non funzionano contro gli attacchi satanici.

Le armi umane insufficienti e inefficaci sono
  • i ragionamenti su cosa conviene fare
  • la forza di volontà
  • cercare di distrarsi o trovare alternative
  • formule religiose quali “legare satana”, “riprendere satana” o “coprirsi col sangue di Gesù Cristo” e simili

Le armi umane non funzionano, ma questo non vuol dire che siamo senza difesa; torniamo al versetto in Efesini 6:17. Paolo dice: “Prendete la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.”

La spada ce lo dà lo Spirito, ma la spada non è lo Spirito, perché Paolo dice chiaramente che è la Parola di Dio!

La Parola di Dio è ispirata dallo Spirito di Dio, rivelata dallo Spirito, e lo Spirito Santo illumina la nostra mente perché sia compresa.

Infatti, il ruolo dello Spirito Santo nella vita del credente è fondamentale. 

1. Nessuno si converte senza l’opera dello Spirito

“Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:7,8). 

2. Nessuno comprende le cose spirituali se non per opera della Spirito

Paolo scrive: “Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.”
“A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 
“Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” (1 Corinzi 2:3-5,10-14). 

3. L’opera dello Spirito è spirituale, utile per distruggere i ragionamenti errati che Satana vuole che facciamo

“In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo” (2 Corinzi 10:3-5).

Cos’è la SPADA dello SPIRITO?

Uno dei componenti dell’armatura di Dio è la cintura della verità. La cintura e la spada sono quindi la stessa cosa? 

Per capire la differenza fra le due dobbiamo sapere che nel testo greco del Nuovo Testamento esistono due parole distinte tradotte ambedue in italiano con “parola”, e sono “logos” e “rhema”. 

LOGOS

- Gesù è logos – “nel principio era la Parola” (Giovanni 1)
- La logos di Gesù è verità (Giovanni 17)
- La logos di Gesù aveva potenza e autorità (Luca 4:32)
- La logos di Gesù quando è creduta dà vita eterna (Giovanni 5:24)
- La logos è tradotta a volte con “predicazione” (1 Corinzi 1:18)
- La logos di Cristo deve abitare in noi (Colossesi 3:16)

RHEMA 

- “L’uomo non vive di pane soltanto ma di ogni rhema che procede dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4)
- Maria ha detto: “Mi sia fatto secondo la tua rhema” (Luca 1:38)
- “Solo tu hai rhema di vita eterna” (Giovanni 6:68)
- La fede viene dall’udire la rhema di Dio (Romani 10:17)
- “La rhema di Dio rimane in eterno” (1 Pietro 1:25) 

Perché questa distinzione è importante? Quando il NT usa la parola logos riferendosi alla Parola di Dio, sta parlando principalmente di tutta la rivelazione divina. 

“Infatti, la parola logos di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12).

“Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola logos, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza” (2 Timoteo 4:1,2). 

Quando invece la Bibbia usa rhema si riferisce all’uso specifico di porzioni di Scrittura, di parole di Dio. Nei Vangeli, per esempio, si parla del fatto che Maria e i discepoli si ricordavano le rhema di Dio.

In questo versetto di Efesini 6, oggetto del nostro studio sull’armatura di Dio, Paolo usa la parola rhema perché vuole insegnare un aspetto diverso della cintura della verità che aveva menzionato al principio dell’armatura.

La cintura è tutta la verità di Dio che è la nostra protezione contro il diavolo e i suoi servi, e la spada dello Spirito è l’uso e l’applicazione specifica, attenta e meticolosa della Parola di Dio.

Quando Gesù è stato tentato ha usato dei versetti non come se fossero parole magiche contro Satana, ma come protezione dei propri pensieri e desideri, come aiuto a confutare quello che Satana stava dicendo. Ha ricordato delle parole specifiche di Dio. Ecco la differenza! 

Quando siamo tentati e tendiamo a pensare che non ci possiamo fare nulla, una rhema, una verità biblica viene in nostro soccorso: “Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare” (1 Corinzi 10:13).

La cintura della verità è l’istruzione e la conoscenza necessarie della Parola di Dio, mentre la spada dello Spirito è l’uso appropriato e specifico della Parola di Dio.

Per esempio, quando siamo tentati di peccare dobbiamo ricordare che:
- non è Dio che ci tenta, ma Satana e le nostre passioni (Giacomo 1:13,14)
- nessuna tentazione viene da Dio
- Satana è bugiardo e il padre della menzogna (Giovanni 8:44)
- ogni tentazione è legata a una bugia

Se qualcuno obietta dicendo che peccare è normale o che in certi casi addirittura giustificabile o necessario, la spada dello Spirito ci difende ricordandoci delle verità rhema che ci aiutano a rimanere in piedi senza vacillare.

Il ruolo dello Spirito è di aiutarci a ricordare e ad applicare la cintura della verità alla nostra vita in modo specifico, utile e appropriato, garantendo la vittoria.

“Sottomettetevi dunque a Dio, ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7).

Ogni tentazione e ogni problema, quindi, va affrontato con la Parola di Dio. 

Come si usa la spada dello Spirito?

Qual è l’uso adeguato e attento della Parola di Dio?

  • Dobbiamo crederla
  • Dobbiamo ascoltarla con attenzione per praticarla
  • Dobbiamo leggerla per conoscerla
  • Dobbiamo conoscerla per ricordarla
  • Dobbiamo studiarla per comprenderla
  • Dobbiamo applicarla per agire e parlare da saggi

Ogni volta che ascoltiamo un messaggio o uno studio dobbiamo fare tutto il possibile per ritenere quello che ascoltiamo. E quando leggiamo la Bibbia dobbiamo essere sicuri di comprenderla.

Usare la spada dello Spirito non è qualcosa di mistico o miracoloso ma è piuttosto la decisione di applicare praticamente la Parola di Dio alla nostra vita.

Possono esserci vari aspetti della nostra vita in cui siamo vulnerabili. 

L’addestramento della spada contro gli attacchi di Satana consiste nel prepararsi studiando e imparando a memoria passi biblici.

È sempre saggio farsi consigliare da chi “ha una spada più grande” (conoscenza più accurata delle Scritture), e non è mai saggio dare consigli che non siano chiaramente affermati dalla Parola di Dio.

Dio ci ha dato un’armatura completa per stare saldi nella fede. 

Rivestiamocene!

Davide Standridge

 

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La VOCE maggio 2023

Quando vivevo negli Stati Uniti, ho abitato in almeno tre stati dove nevicava molto d’inverno. 

Alle prime nevicate il terreno si copriva di quella neve così candida che tutto sembrava bellissimo e pulito. C’era solo un problema però: durante la notte la neve ghiacciava, e diventava molto scivolosa. Avere le scarpe con la suola di cuoio era pericolosissimo, ed era solo questione di tempo che prima o poi una bella scivolata toccava a tutti. 

Che figura! 

La caduta di stile era quella che preoccupava di più, piuttosto che il pericolo che si correva cadendo in quel modo. 

Personalmente, soprattutto da ragazzo, per non fare brutta figura cercavo di rialzarmi il più velocemente possibile, senza far vedere che mi ero fatto male. 

Con i miei amici scommettevamo su chi riusciva a restare in piedi, ma tanto prima o poi toccava a tutti, perché senza le dovute precauzioni le cadute erano cosa di tutti i giorni. 

Nella battaglia spirituale in cui ogni credente è coinvolto, è normale cadere se non si è preparati. Chi non ha le scarpe adatte al terreno scivoloso, cadrà sicuramente, e che capiti un pericoloso scivolone sarà solo questione di tempo.

Nei numeri precedenti della VOCE (gennaio, febbraio e aprile 2023) abbiamo cominciato a studiare la natura della guerra spirituale nella quale ogni credete si trova coinvolto, e quali difese gli garantiscono di uscirne illeso. In questo numero vedremo proprio le calzature che un credente preparato deve indossare. Il nostro studio si basa sulla lettera di Paolo agli Efesini 6:10-20. 

Dopo aver spiegato il ruolo indispensabile della verità e della giustizia nella nostra battaglia contro dubbi, menzogne, accuse e false dottrine che Satana ci scaglia contro per arrestare il nostro progresso e la crescita nella fede (vv. 10-14), Paolo prosegue, e ci comanda da parte di Dio di mettere come calzature lo zelo dato dal vangelo della pace.

Sebbene gli archeologi abbiano trovato reperti di antichissime calzature, sapevi che fino a non molto tempo fa tempo fa le scarpe erano considerate un lusso? La gente comune ne possedeva solo un paio. Oggi però le cose sono diverse, e tutti cambiamo le scarpe secondo il tempo, l’umore, l’abbigliamento e le situazioni. 

In Italia nel 2021 il volume del fatturato nel settore dei calzaturifici è stato di 9,5 miliardi di euro. Il prezzo medio di un paio di scarpe è stimato intorno a 42,6 euro, per un consumo pro-capite annuo di quattro paia e una spesa individuale di circa 170 euro. 

Mia mamma aveva quelle che chiamava le scarpe “sensate”. Erano brutte e vecchie, ma quanto erano comode! A lei piaceva tanto camminare, e queste le davano quella stabilità e una sicurezza che non aveva con scarpe più belle e più nuove.

Il soldato di Cristo che si trova ogni giorno a combattere nella battaglia spirituale, deve indossare pure lui le scarpe “sensate”, le uniche che gli permettono di rimanere in piedi. Infatti, in questo conflitto, l’unico nostro obiettivo è restare in piedi  e illesi (Efesini 6:13).

Tutta la vita del vero cristiano deve essere tesa verso il progresso del vangelo, a partire dalla sua vita, per proseguire nella vita degli altri. Gesù infatti non era venuto per stupire la gente con i miracoli, ma per l’avanzamento del suo regno. Era lo scopo di ogni cosa che diceva e faceva. 

Tantissima gente seguiva Gesù per i motivi sbagliati, e lui ovviamente lo sapeva potendo vedere nei loro cuori. Perciò li avvertiva, dicendo: “Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo” (Giovanni 6:27). Mentre ai suoi discepoli insegnava a pregare: “Padre nostro,… venga il tuo regno” (Matteo 6:9-13). 

Dato che il piano della redenzione ha come scopo finale il regno di Dio e la sua gloria, è logico che l’obiettivo primario di Satana sia quello di ostacolarne a ogni costo la realizzazione. Per questo il diavolo fa di tutto per bloccare il progresso del regno di Dio dentro di noi, nei rapporti con gli altri credenti, e nella nostra testimonianza verso chi non conosce Cristo. 

Ci ha provato con Adamo ed Eva, con Caino e Abele e con il popolo d’Israele. Ha cercato di uccidere Gesù da bambino, e lo ha tentato nel deserto da adulto per impedirgli di compiere la redenzione. In diverse occasioni gli ha istigato la gente contro per ucciderlo prima del tempo stabilito da Dio. 

Ha ostacolato gli apostoli nella loro missione, e ha perseguitato la chiesa sin dai suoi inizi usando il giudaismo, le eresie e la controriforma. Ha proseguito attraverso la teologia liberale, l’ecumenismo, il modernismo, il post-modernismo, e lo fa ancora oggi col consumismo. 

Questa battaglia, però – e non lo dimentichiamo mai! – è un corpo a corpo: Satana, con le forze a lui sottoposte, attacca ogni figlio di Dio individualmente. 

E ogni credente che scivola, e non combatte né s’impegna a vivere come discepolo di Cristo è una piccola vittoria per Satana.

Per resistere e restare in piedi, Dio ci ordina di indossare dei calzari particolari. Ai tempi dei romani i calzari non erano come le scarpe moderne, ovviamente. Quelli dei soldati si chiamavano caligae.

Sebbene le caligae somigliassero ai sandali, erano più che altro degli stivali da marcia. Erano scarpe progettate per evitare il rischio di vesciche e di altre malattie dei piedi durante le lunghe marce. 

Di solito con le calighe non si usavano calze, eccetto quando il clima era freddo come quello britannico, dove i soldati portavano calze di lana.

Le caligae erano composte da una suola di cuoio e da lacci legati al centro del piede e sulla parte superiore della caviglia. All’interno della suola venivano martellati dei chiodi in ferro che avevano tre scopi strategici: rafforzare la caliga, dare al soldato maggior trazione, e permettergli di utilizzare la caliga come strumento di offesa.

Lo storico Giuseppe Flavio racconta che parte del successo di Cesare come generale era anche dovuto al fatto che aveva equipaggiato i suoi soldati di calzari. Stabilità e velocità di movimento erano determinanti in un conflitto corpo a corpo.

Il campo di battaglia della guerra spirituale tra il credente e Satana è principalmente la nostra mente. Per non vacillare dobbiamo respingere gli attacchi del maligno con le verità bibliche, come ha fatto Gesù nel deserto: è vero solo quello che “Sta scritto.”

È una lotta senza esclusione di colpi, perché il grande nemico e i suoi servi vogliono farci cadere facendo leva anche sulle nostre concupiscenze. 

Il diavolo fa guerra spietata contro il vangelo cercando di offuscare e pervertirne il messaggio. Fa in modo che le persone non salvate s’illudano che invece lo siano, mentre con i credenti agisce al contrario, affinché non siano mai sicuri di possedere già la vita eterna. 

La certezza della salvezza, che Dio stesso garantisce (Giovanni 10:27-29; Ebrei 9:12c; 13:5), è una verità contro la quale Satana si accanisce, insinuando dubbi che paralizzano il credente, cosa che blocca la sua crescita nella fede e la sua testimonianza con gli altri.

I calzari dello zelo dato dal vangelo della pace hanno, dunque, quattro caratteristiche importanti che ci aiuteranno nella nostra battaglia spirituale.

Prima di tutto danno protezione

Questa protezione è data dalla semplicità e dall’efficacia del vangelo. La semplicità del vangelo protegge il credente dal dubbio riguardo la sua posizione in Cristo. 

Credere alla buona notizia della salvezza in Cristo è semplice, e cambia radicalmente la vita e il destino eterno del peccatore. Paolo scrive: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». [...] Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Romani 10:8-13).

Il messaggio non è complicato, non contiene un linguaggio incomprensibile o clausole vessatorie nascoste. Ogni persona che crede in Gesù come suo Salvatore e Signore è salvata per sempre. 

La vita eterna, che inizia al momento della nuova nascita, non ha fine, altrimenti… non sarebbe eterna. 

Questa gloriosa verità è basata su ciò che Gesù ha fatto, non su quello che l’uomo può fare. È basata sulle promesse di Dio, non su promesse e proponimenti fallaci dell’uomo.

I dubbi possono sorgere per i motivi più disparati. Per questo ognuno di noi dovrebbe interrogarsi: Io ho creduto al vangelo? Quando ho messo la mia fiducia in Cristo? L’ho fatto solo per essere salvato? Desidero veramente vivere per Gesù? Cerco di farlo con coscienza? 

La seconda caratteristica dei calzari: danno sicurezza

La parola zelo usata nella traduzione italiana può confonderci, perché potrebbe dare l’impressione che bisogna essere sempre su di giri. Nell’originale greco quella parola in realtà esprime il concetto di prontezza. 

C’è un passo molto bello nel libro di Isaia che parla proprio di questo tipo di zelo, ossia la prontezza a portare buone notizie: “Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo Dio regna!»” (Isaia 52:7).

È una profezia su Gesù, il portatore del messaggio di salvezza e di sicurezza per coloro che erano pronti ad ascoltarlo. E ci sarà un secondo adempimento di questa profezia, quando lui tornerà a Sion per stabilire il suo regno (v. 8).

Davanti alle incertezze della vita, la verità del vangelo ci dona una prospettiva nuova e diversa: la nostra sicurezza è nel Messia Gesù Cristo, il Figlio di Dio, venuto in terra per salvare i peccatori, spinto dall’amore del Padre. La sicurezza si fonda sull’onnipotenza e sull’immutabilità di Dio. Nulla può impedire che il suo piano si realizzi alla perfezione.

Il fatto che Satana cerchi di insinuare dubbi sul vangelo non è un problema solo di oggi. L’apostolo Paolo scriveva ai credenti del primo secolo: “Mi meraviglio che così presto voi passiate da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo a un altro vangelo; ché poi non c’è un altro vangelo, però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” (Galati 1:6-10).

Maledetto chi predica un vangelo falso, maledetto chi confonde le persone! Il vangelo è uno solo, e solo il vangelo dà una sicurezza eterna al credente. Tutto il resto non è la buona notizia di Dio, e non offre nessuna garanzia di protezione.

Terzo punto: questi calzari danno stabilità

Paolo, parlando ai Romani, scrive: “Non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà»” (Romani 1:16,17).

Paolo spiega che malgrado gli attacchi violenti subiti e le pesanti conseguenze della sua prontezza a parlare di Cristo, non aveva nulla di cui vergognarsi. Le autorità religiose lo volevano morto, le forze politiche gli erano contrarie, e anche tra i credenti c’erano quelli che lo criticavano, ma lui non si dava per vinto. Dio ha mostrato la sua giustizia attraverso il messaggio del vangelo (e la giustizia di Dio per Paolo era la corazza dell’armatura spirituale).

Non importa chi lo contrastasse e con quale veemenza, perché Paolo era sicuro del messaggio del vangelo.

Giacomo scrive: “O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi, dunque, vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: «Lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia»? Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili». Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:4-7).

Quando il discepolo di Cristo pianta i suoi piedi nella veridicità del vangelo, non solo rimarrà in piedi, ma Satana fuggirà da lui.

Il vangelo, ossia la buona notizia, nella sua bellezza e semplicità esprime il meraviglioso amore di Dio per le sue creature ribelli, peccatrici e tanto confuse, perché sono come pecore senza pastore.

Paolo pregava: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Efesini 3:14-19).

Forse dovremmo gridare:
Il vangelo è vero! Io ci ho creduto!
Il vangelo è vero! Io non mi vergogno!
Il vangelo è vero! Io ne devo parlare!

La quarta caratteristica di questi calzari è meravigliosa: danno pace

La buona notizia di Cristo infatti è chiamata il vangelo della pace.

Paolo scrive ai Romani: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza, esperienza, e l’esperienza, speranza. Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:1-5, il grassetto aggiunto in questi e nei successivi versetti è mio).

Ai Colossesi scrive che Cristo “è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli che è il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Colossesi 1:18-20).

Agli Efesini scrive ancora di Gesù: Lui, infatti, è la nostra pace; lui, che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione, abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia,la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la croce, sulla quale fece morire l’inimicizia. Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui abbiamo gli uni e gli altri accesso al Padre in un medesimo Spirito” (Efesini 2:14-18).

Questi calzari ci danno pace, lo aveva detto anche Gesù: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo»” (Giovanni 16:33).

Non siamo sotto l’ira di Dio, e non dobbiamo temere né Satana né il mondo. 

Come le scarpe “sensate” di mia mamma, la cosa più sensata che possiamo fare è armare, ossia riempire, la nostra mente, bocca e cuore della verità eterna del vangelo. È questo lo zelo dato dal vangelo che offre protezione, sicurezza, stabilità e pace al credente contro dubbi, bugie e inganni di questo mondo nemico di Dio e dei suoi. 

Ci sono ancora tre parti dell’armatura che il Signore ci ha fornito per fortificarci nella nostra vita sulla terra. Continueremo a studiarle. 

Davide Standridge

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La VOCE aprile 2023

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Un pizzico di sale... "Sia Dio riconosciuto giusto" 

Il mio liceo scientifico era tra i più prestigiosi di Roma. La materia che trovavo più odiosa era latino. Non riuscivo a capire l’utilità di questa lingua morta, che non si parla più in nessun paese del mondo. È vero, le lingue romanze (o neolatine) come l’italiano, derivano proprio dal latino, ma sono praticamente tutte diverse.

Comunque, a casa nostra, ogni volta che riportavo un brutto voto nella lingua “morta” si ripeteva sempre la stessa storia: mio padre mi riprendeva perché non avevo studiato come avrei dovuto, e mia mamma, laureata in lettere classiche (!), mi dava le ripetizioni.

Quanti scappellotti ho preso dietro la testa perché mi rifiutavo di studiare quella materia “inutile”! Anni dopo, scherzandoci su, dicevo a mia mamma che se oggi ero diventato meno intelligente era per i troppi scappellotti che mi aveva dato, e lei rideva.

Poi, però, il valore del latino l’ho capito, ed è un peccato che non sia successo ai tempi del liceo. Sembra che andiamo a scuola quando non siamo abbastanza maturi per capirne il valore. Potessi tornare indietro, m’impegnerei a studiare di più tutte le materie, non solo il latino.

Purtroppo facciamo lo stesso anche nel campo spirituale. Troppi credenti si accontentano di una comprensione superficiale degli insegnamenti della Bibbia, e solo quando sono passati anni se ne rendono conto, e ammettono che se potessero tornare indietro si impegnerebbero di più per capire meglio le Scritture.

Ma non c’è giorno migliore di oggi per cominciare a fare sul serio. Ogni cristiano è coinvolto in una battaglia spirituale che dura per tutta la vita, senza dare tregua. Per restare in piedi è indispensabile essere preparati e avere l’attrezzatura adatta. 

Come ti sei preparato per la tua battaglia spirituale oggi?

È guerra ma pochi ci credono

Nei numeri di gennaio e febbraio della Voce abbiamo cominciato a parlare della battaglia spirituale in cui, volenti o nolenti, si trovano coinvolti tutti i credenti. Il nostro testo di partenza lo ha scritto l’apostolo Paolo nella sua lettera agli Efesini.

“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio” (Efesini 6:10-17).

Abbiamo constatato che i versetti contengono tre comandi specifici:
– Fortificatevi nel Signore
– Rivestitevi della completa armatura di Dio
– Prendete la completa armatura di Dio

È vitale che ogni cristiano capisca che è in guerra, che il suo avversario è terribile, e che conosca bene ciascun elemento di quell’armatura spirituale che Dio stesso ha provveduto per ogni suo figlio. Ed è necessario indossarla.

L’armatura ha sei componenti, tutti ugualmente importanti e necessari:
CINTURA della VERITÀ
CORAZZA della GIUSTIZIA
CALZATURE dello ZELO dato dal vangelo
SCUDO della FEDE
ELMO della SALVEZZA
SPADA dello SPIRITO

Il primo di questi, la cintura della verità, l’abbiamo esaminato nel numero di febbraio. Se non hai potuto leggere i numeri di gennaio e febbraio, ce li puoi chiedere e saremo felici di mandarteli gratuitamente. Oggi conosceremo la corazza della giustizia.

Negligenza e ignoranza possono costare caro

Le forze armate e le forze dell’ordine di tutto il mondo portano, durante il servizio attivo, il giubbotto antiproiettile. Ma anche chi non è un militare, se vuole può acquistarlo e indossarlo.

Su internet si trovano tanti modelli diversi di gilet, giubbotti e altri indumenti antiproiettile che vanno, secondo la tipologia, da 100 a oltre 1000 euro per quelli professionali. Dubito comunque che la gente comune reputi di averne realmente bisogno. 

I giubbotti antiproiettile sono realizzati in materiali particolarmente resistenti come il kevlar, il dyneema e il twaron. Quelli più protettivi sono a struttura dura, con piastre di metallo o di materiali ceramici molto resistenti. Il proiettile non riesce a penetrarli, ma rimbalza sulla loro superficie. 

I giubbotti di questo tipo sono i migliori in termini di protezione, anche se peso e ingombro sono notevoli: la polizia e l’esercito li indossano di solito in situazioni ad alto rischio, ma non per attività di routine.

Un secondo tipo di veste protettiva ha una struttura morbida. In questo caso non vengono utilizzate placche di materiali duri ma alcuni tessuti. 

Questi tessuti a struttura morbida sono realizzati con una fitta rete di fibre sintetiche intrecciate. Il kevlar infatti è una fibra sintetica leggera, ma più resistente di una placca d’acciaio dello stesso peso. Quando viene intrecciata dà vita a una rete capace di assorbire grandi quantità di energia. Ma nemmeno questi sono leggeri, possono pesare fino a 11 Kg.

È sorprendente però che tutti questi giubbotti antiproiettile, che costano così tanto, abbiano una data di scadenza: durano solamente circa cinque anni.

È ovvio che chi deve indossare per lavoro questi indumenti deve essere consapevole sia del pericolo a cui si espone, che del tipo di protezione che i vari indumenti offrono contro proiettili o bombe.

L’industria bellica mira a produrre armi e proiettili sempre più efficaci, e questo significa che pure i giubbotti devono migliorare per garantire l’incolumità di chi li indossa. 

Negli Stati Uniti stanno sperimentando un giubbotto fatto di un liquido particolare, formato da un olio di silicone con particelle di ferro. Questo liquido all’impatto col proiettile, in un millesimo di secondo diventa durissimo attraverso cariche elettriche. 

I giubbotti di nuova generazione sarebbero dotati anche di un radar particolare che, in caso di pericolo, attiverebbe dei sensori all’interno dell’indumento.

Tutto questo potrebbe sembrare fantascienza, ma per coloro che vivono e lavorano in situazioni di pericolo reale, è un discorso importantissimo.

Per la nostra battaglia spirituale, noi cristiani abbiamo a disposizione un giubbotto antiproiettile che è stato progettato da Dio stesso. Non scade, né diventa obsoleto o inefficace contro le sofisticate e tecnicamente avanzate armi del nemico. È la corazza della giustizia, ed è sempre a disposizione del credente.

Spesso però, per la nostra stessa negligenza – forse perché non crediamo di essere veramente in guerra – non ci preoccupiamo di capire com’è fatta, e tantomeno di indossarla. 

Ai tempi di Paolo la corazza era diversa da quelle di oggi, ma aveva lo stesso scopo. Copriva il petto ed era fatta di materiale duro, come il cuoio o il metallo. Era modellata per seguire la forma del corpo. Il metallo poteva essere intrecciato o a segmenti. E la corazza poteva essere fatta anche a strati.

La sua funzione era quella di proteggere gli organi vitali del soldato, particolarmente il cuore. 

Il cuore non è soltanto un organo vitale, ma rappresenta la parte centrale della vita stessa, essendo la sede dei pensieri, degli affetti e delle emozioni.

Satana attacca principalmente i pensieri e gli affetti del credente. Lui mira alla mente e al cuore. Con la mente, vuole farci credere alle sue bugie, agitando e minando le nostre convinzioni e certezze spirituali. Attaccando il cuore, vuole rovinare i nostri affetti – tutto ciò che ci è caro, e che amiamo e ammiriamo nelle altre persone. 

Non dimentichiamoci mai che Satana si accanisce contro tutto quello che è vero, eterno e importante, le mete e i desideri santi della nostra vita in quanto figli di Dio. Tutto quello che è vero, puro, santo e onorevole lui vuole pervertirlo, e lo vuole rimpiazzare con menzogne, impurità, vergogna e peccato.

Paolo dice che la corazza, la protezione del credente, è la giustizia. Come la corazza era ancorata alla cintura, anche la giustizia è ancorata alla verità. Per capire cosa voglia dire esaminiamo quello che dice la Parola di Dio.

Per prima cosa dobbiamo ricordare che Paolo non sta parlando di una giustizia umana. Infatti, lui scrive: 

“Che dire dunque? Noi siamo forse superiori? No affatto! Perché abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato, com’è scritto:
Non c’è nessun giusto, neppure uno.
Non c’è nessuno che capisca,
non c’è nessuno che cerchi Dio.
Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno.
La loro gola è un sepolcro aperto;
con le loro lingue hanno tramato frode.
Sotto le loro labbra c’è un veleno di serpenti. La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza.
I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace.
Non c’è timor di Dio davanti ai loro occhi.
Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà la conoscenza del peccato” (Romani 3:9-20).

Alla luce di questo passo è evidente che nessuna persona non credente è al sicuro da Satana, essendo in balia del diavolo e delle sue bugie. Per natura l’uomo non è giusto, nessuno escluso. Non cerca la giustizia perché non gli appartiene, né opera secondo giustizia. Il non credente, però, pensa di essere giusto, e pensa di saper fare azioni giuste. 

La Bibbia invece attesta che solo Gesù è giusto: “Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com’è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore»” (1 Corinzi 1:30,31).

È impossibile per l’uomo essere giusto e agire secondo la giustizia, a meno che Dio non intervenga e lo renda giusto e, di conseguenza, lo protegga dalle insidie di Satana.

Nella sua lettera ai Romani Paolo spiega come Dio aveva messo la fede di Abraamo e di Davide in conto per ognuno di loro come giustizia, indipendentemente dalle loro opere, e poi aggiunge: “Or non per lui soltanto sta scritto che questo [l’avere fede nella promessa di Dio] gli fu messo in conto come giustizia, ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti gesù, nostro signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:9,22-25, enfasi aggiunta).

La Bibbia afferma che chi crede in Gesù come suo Salvatore e Signore, viene dichiarato giusto. È una dichiarazione legale. Il credente non diventa giusto in sé stesso, ma Dio lo riveste della giustizia di Cristo, e lo dichiara giusto attraverso i meriti di Gesù – tali meriti sono la sua vita moralmente perfetta e senza peccato, la sua morte per i peccati di coloro che credono in lui, la sua resurrezione che ha sancito l’accettazione da parte di Dio del suo sacrificio – tutto questo protegge il credente dalla condanna della morte eterna.

Satana cerca sempre di insinuare un dubbio nel nostro cuore e nella nostra mente: Dio mi accetta o no? Sono abbastanza giusto per essere salvato e per rimanere salvato? Ci fa mettere in dubbio se siamo degni di servire il Signore o anche di testimoniare. 

Proprio sull’argomento della giustizia di Dio, si è insinuata la falsa dottrina che insegna che si può perdere la salvezza. È come se il credente, dopo che Dio l’ha dichiarato giusto esclusivamente in base ai meriti di Gesù, dovesse cercare di rimanere giusto con le proprie forze insufficienti e destinate a fallire. Molti si lasciano accecare da questa bugia e sono sempre afflitti dal dubbio di essere veramente giustificati o no.

Solo Dio può dichiarare una persona giusta. L’uomo non si può arrogare questo diritto, perché la Bibbia dichiara che nessun uomo che non sia stato dichiarato giusto può praticare la giustizia.

“In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello” (1 Giovanni 3:10).

Questa conoscenza di ciò che è giusto, e la capacità di farlo, è un dono di Dio, e ci dà sicurezza: “Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui” (1 Giovanni 2:29).

Questo era il sentimento profondo di Paolo mentre rifletteva sul suo passato e su quello che davvero conta davanti a Dio:

“Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede. Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte” (Filippesi 3:7-10).

Poi, nella sua lettera agli Efesini, esorta i credenti a rivestirsi di giustizia: “a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Efesini 4:24).

Ecco come la corazza della giustizia e la cintura della verità sono collegate insieme. La nostra nuova vita consiste nel camminare nella giustizia conosciuta attraverso la verità.

Mettersi la corazza della giustizia vuol dire prima di tutto essere consapevoli che siamo stati dichiarati giusti. È vero che cadiamo ancora nel peccato, ma è altrettanto vero che Dio ci reputa giusti perché non facciamo affidamento sulla nostra bontà o bravura per essere salvati, ma crediamo in Cristo che ha pienamente compiuto ogni cosa per la nostra eterna salvezza. 

A causa del cambiamento che Dio ha fatto in noi, siamo ora resi capaci di fare azioni giuste che onorano Dio, mentre quelle di prima erano solo panni sporchi ai suoi occhi.

La corazza della giustizia è una protezione attiva anche per il fatto che, vivere con un comportamento che segue la giustizia di Dio, ci rende sempre più capaci di capire chiaramente la differenza tra il bene e il male, il giusto e lo sbagliato. Questo ci fa maturare nella nostra fede, e contribuisce a proteggerci contro le insidie e le menzogne del diavolo. Chi invece si adagia senza impegnarsi nel ricercare la giustizia di Cristo, si rende facile preda di dubbi, menzogne e false dottrine.

La battaglia in cui siamo coinvolti è reale! L’obiettivo del nemico è quello di frenare la nostra crescita spirituale, la nostra vita attiva nella chiesa e la nostra testimonianza. Senza la cintura della verità e la corazza della giustizia siamo destinati a cadere miseramente. 

In confronto, un esame fallito in latino è una passeggiata.

Davide Standridge 

Sia Dio riconosciuto giusto

" Un pizzico di sale..." Ristampa della VOCE, maggio 1965

“Così portarono Acan in una valle, lo lapidarono insieme con la sua famiglia e poi lo coprirono con un mucchio di pietre per ricordare a tutti quanto è terribile il peccato della disubbidienza a Dio.” 

Mamma finì di raccontare la storia dell’Israelita ribelle che aveva portato l’interdetto nel campo ebreo (Giosuè 7) e i bambini rimasero assorti e pensierosi. 

“Ma perchè Dio non uccide anche noi quando disubbidiamo?” chiese Davide mettendosi a sedere sul letto. Deborah lo guardò preoccupata.

“Dio fa le cose diversamente, ora. Invece di punire subito, mostra pazienza e aspetta che le persone si pentano e chiedano perdono” spiegò Mamma. 

“Ma, allora, Dio non è giusto. Se si punisce una volta, si deve punire sempre.” 

“No, questo non è vero” continuò Mamma. “Anche Papà e io certe volte abbiamo pazienza e diciamo che vi daremo il castigo solo se rifarete una certa cosa cattiva. Ora state molto attenti, perchè sono cose difficili a capire, ma cercherò di spiegarvele bene.” 

Tutti si misero con le orecchie dritte per non perdere niente, salvo Stefanino che di problemi di alta teologia non si preoccupa ancora. 

“Dio è sempre lo stesso. È buono, cioè ci vuole bene, è giusto, cioè non fa sbagli, ed è santo.”

“Cioè non ha peccato” concluse Daniele. 

“Allora: Dio ha sempre voluto bene al suo popolo, e non ha mai approvato il peccato e non ha mai fatto sbagli nel punirlo. Nei tempi antichi ha scelto gli Ebrei perchè fossero un esempio per i pagani. Li curava, li aiutava e li puniva quando facevano male. Se avesse lasciato che Acan rubasse senza punirlo, gli altri avrebbero detto: «Allora, vuol dire che si può rubare se Dio non ci castiga!» e sarebbero diventati un popolo di ladri, anziché essere il popolo di Dio. Così Dio doveva punire appena qualche cosa di brutto succedeva. Sapete che anche i figli ribelli dovevano essere uccisi a pietrate?” 

Gli occhi di Daniele quasi cascarono fuori dalle orbite. 

“Poi, però, siccome la gente brava e santa non ci sapeva stare, Dio ha deciso di fare in un altro modo: ha mandato Gesù per salvare gli uomini e ha deciso di avere pazienza e di aspettare che la gente si convertisse a Lui. Però dice chiaramente che quelli che non credono in Cristo in questa vita dovranno andare all’inferno.”

“Tu spieghi molto bene” commentò Deborah. 

“Ma io non capisco ancora una cosa. Perchè Acan è dovuto andare all’inferno e ora la gente può avere il tempo di chiedere perdono. Non è mica giusto, vero?” chiese Davide. 

“La Bibbia ci fa capire che Acan ha riconosciuto il suo peccato ed è possibile che abbia chiesto perdono a Dio mentre camminava verso la valle per essere ucciso. Se lo ha fatto, la sua anima è stata salvata. Ed è la cosa che importa di più.” 

“Se è così, va bene” disse Davide rassicurato. 

“Ma a me piace di più come Dio fa adesso” sbadigliò Daniele, infilandosi sotto le coperte. 

“Buona notte, Mamma.” 

Mamma spense la luce e si allontanò per il corridoio lasciando la porta socchiusa. 

“E poi dicono che i bambini di sette anni non si pongono dei problemi...” pensò. “Chissà se anche l’apostolo Pietro non ci ha pensato quando scrisse che dobbiamo sempre essere pronti a rendere ragione della nostra fede a chiunque ce lo chiede?”

Maria Teresa Standridge

La VOCE febbraio 2023

Leonard Knight aveva solo 17 anni nel 1915 quando fu colpito al petto da una pallottola nemica durante la Prima guerra mondiale.

Il giovane scampò provvidenzialmente alla morte grazie a una Bibbia tascabile che zia Minnie Yates gli aveva regalato prima che lui partisse, e che il giovane portava sempre nel taschino della sua giacca militare.

La copertina di quella Bibbia aveva fermato il proiettile a sole 50 pagine dalla fine, e a pochi centimetri dal cuore del ragazzo. Senza dubbio è stato Dio nella sua sovranità a proteggerlo. Quel giovane sapeva di essere in guerra, e Dio si era preso cura di lui.

Anche noi siamo in guerra!

Il diavolo ha dichiarato guerra a tutti i veri credenti. La battaglia comincia il giorno in cui un peccatore diventa per grazia di Dio un suo figlio, credendo in Cristo come suo Salvatore e Signore.

Nel numero di gennaio della VOCE abbiamo parlato della realtà e della serietà di questa guerra. Ora vogliamo scoprire nella Bibbia come dobbiamo prepararci alla battaglia, e qual è l’armatura che Dio ci ha fornito, indispensabile per resistere agli attacchi del diavolo e restare in piedi.  

Non so se ti è mai capitato di essere colto da una pioggia improvvisa senza ombrello, senza impermeabile e senza un posto dove ripararti. Ne sarai uscito inzuppato e infreddolito, ma praticamente indenne. Farsi cogliere impreparati in piena guerra, però, non è la stessa cosa, e apre la strada a grandi disastri!

Nella sua lettera alla chiesa di Efeso Paolo ha scritto: 

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 
Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. 
Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli. 
—Efesini 6:10-20

 Tu e io dobbiamo fortificarci nel Signore Gesù, perché come lui è stato attaccato da Satana lo siamo anche noi. 

Satana è un avversario potente: può contare sull’aiuto dei suoi demoni, che lo seguono ciecamente, ma anche di tutte le persone che non sono nate di nuovo. 

Lo scopo di Satana è quello di fermare l’avanzata del regno di Dio in te, nella chiesa e nel mondo. 

In passato non ha potuto impedire che il piano salvifico di Dio si compisse in Cristo che, dopo aver vissuto una vita perfetta senza peccato, è morto sulla croce per riscattare i peccatori. Risuscitando Cristo dai morti Dio ha dato prova di aver accettato il sacrificio di lui e gli ha dato il nome di “Signore”. 

Oggi la battaglia del diavolo consiste nel cercare di frenare l’avanzata del regno di Dio attaccando i credenti e schiavizzando i non credenti. 

Ci sono tre sfere in cui il credente è attaccato dal nemico: nella sua vita privata, nei suoi rapporti con gli altri credenti e nel suo ruolo di testimone di Cristo verso coloro che non conoscono Dio.

Per difenderci dai suoi attacchi Dio ha a disposizione per noi sei mezzi specifici e potenti che funzionano come l’armatura di un soldato romano dell’epoca:

CINTURA della VERITÀ
CORAZZA della GIUSTIZIA
CALZATURE dello ZELO dato dal vangelo
SCUDO della FEDE
ELMO della SALVEZZA
SPADA dello SPIRITO

Quest’armatura serve principalmente per protezione, perché possiamo resistere a ogni attacco e rimanere in piedi. Non è affatto nostra responsabilità attaccare Satana e cercare di sconfiggerlo, quello è compito di Cristo. A noi è richiesto di opporre resistenza e venirne fuori illesi. 

In questo conflitto non basta che tu abbia resistito fino a ieri: oggi hai una nuova battaglia da affrontare, nuovi attacchi da schivare, nuove insidie da evitare. 

Il nostro nemico non è onnipotente né onnisciente, ma ci conosce bene, perché prima di convertirci eravamo suoi schiavi, provavamo addirittura piacere nel fare quello che voleva lui.

CINTURA della verità

Il primo pezzo dell’armatura menzionato da Paolo è la CINTURA della VERITÀ.

Mio nonno era un uomo di campagna, alto e magro, coltivava la terra, e con le mani sue ha costruito la sua casa. Aveva frequentato solo le prime classi elementari, ma quando si era convertito la sua vita era cambiata radicalmente: aveva cominciato a studiare la Bibbia ed era diventato il pastore di una piccola chiesa rurale nel nord degli Stati Uniti. Predicava con grande zelo la Parola di Dio. Un vero esempio per mio padre, che ha deciso anche lui di servire il Signore a pieno tempo. Ma un esempio anche per me.

Alto e magro com’era, ho trovato buffo che odiasse indossare vestiti stretti. I suoi jeans per lavorare la terra, come anche i pantaloni del suo vestito della domenica, erano sempre larghissimi. Doveva tirare la cintura stretta stretta per evitare gli calassero. Per lui la cintura era un accessorio essenziale.

Ai tempi di Paolo tutti gli uomini portavano una tunica. La forma era simile a un sacco con un buco per la testa e due per le braccia, e poteva arrivare fino alle caviglie. Quella dei soldati arrivava fino a sotto le ginocchia. Quando c’era da lavorare o da camminare speditamente si tiravano su i lembi legandoli alla cintura. 

La cintura dei soldati era di cuoio, talvolta ornata in modo da mostrare a quante battaglie avevano partecipato, e non la si portava per bellezza ma per necessità. Impediva al soldato di inciampare in battaglia. In più serviva per ancorare la corazza, fissata a essa con una bretella che passava sulla spalla del soldato.

I destinatari della lettera agli Efesini sapevano esattamente cosa fosse e a cosa servisse la cintura. Infatti “cingersi i fianchi” era una locuzione comune che significava prepararsi ad agire. Gesù l’ha citata per descrivere l’atteggiamento che dobbiamo avere mentre aspettiamo il suo ritorno: “I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese” (Luca 12:35, vedi anche 1 Pietro 1:13).

La cintura dunque era fondamentale per il soldato, ed era sempre il primo elemento per prepararsi a combattere, a soffrire, a resistere. 

La cintura di cui Paolo parla in Efesini 6 è la verità, e si riferisce alla Parola di Dio: “In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso” (Efesini 1:13).

Nella battaglia spirituale la verità ha un ruolo imprescindibile

  • La verità è il punto di partenza per diventare figli di Dio. Ascoltare e credere alla verità su noi stessi, sul peccato e sulla condanna, su Cristo e sulla grazia che lui offre salva l’uomo, che da nemico di Dio diventa suo figlio.

  • La verità deve anche guidarci nella crescita nella fede e nella conoscenza di Dio
    “affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore.
    Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri,con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore.
    Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza, fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile.
    Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Efesini 4:14-24).
  • La verità fa conoscere quale deve essere il comportamento del credente, insegna come vivere per piacere a Dio. Istruisce, informa e indottrina il credente, così che impari a distinguere il bene dal male, il vero dal falso e la realtà dalla menzogna. 
  • La verità guida il credente verso l’ubbidienza alla Parola di Dio, lontano dalle scelte peccaminose di prima, quando viveva nell’ignoranza, e schiavo di Satana.

La battaglia tra Cristo e Satana verte tutta sulla verità.

Il vangelo afferma di Gesù: “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14).

Lui stesso ha detto di sé: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

Ha pregato anche che i suoi fossero santificati dalla verità (Giovanni 17:17).

Al contrario di Gesù, Satana è il padre della menzogna. A quelli che si rifiutavano di credere in lui, Gesù ha dichiarato: “Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo, perché è bugiardo e padre della menzogna. A me, perché io dico la verità, voi non credete” (Giovanni 8:44,45).

Le bugie e le mezze verità – che sono mezze menzogne – hanno fatto parte della strategia di Satana sin dal principio. Nel giardino di Eden, con astuzia ha insinuato a Eva il dubbio che Dio avesse mentito. Eva e Adamo sono caduti perché non si sono aggrappati alla verità (Genesi 3).

Tu e io, per non essere ingannati, abbiamo bisogno di essere radicati nella verità. Gesù ha promesso a chi crede in lui: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31,32).

E Paolo esorta: “Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati ed edificati in lui, saldi nella fede, come vi è stata insegnata” (Colossesi 2:6,7).

Il credente superficiale, che non conosce la verità biblica, è facile preda di bugie, filosofie e vani raggiri di tradizioni umane (Colossesi 2:8). 

La chiesa è costantemente sotto attacco da false dottrine e ideologie antibibliche, quali l’abolizione degli assoluti, l’evoluzionismo, la teoria del gender ecc. 

Anche le guide stesse della chiesa possono essere sedotte da nuove tendenze pseudo evangeliche se non sono radicate nella verità delle Scritture. 

Questo pericolo si profilava già ai tempi di Paolo. Infatti nel suo discorso di commiato lui dichiarò agli anziani della chiesa di Efeso “di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall’annunciarvi tutto il consiglio di Dio. Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime” (Atti 20:26-31).

L’attacco satanico contro la verità è destinato a inasprirsi con il tempo mentre si avvicina il ritorno di Cristo. Perciò Paolo ha scritto a Timoteo: “Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo ministero” (2 Timoteo 4:1-5).

Sotto questa luce è evidente quanto sia fondamentale per il credente cingersi con la cintura della verità. 

Ogni cristiano deve saper riconoscere la verità, deve saper smascherare i falsi insegnanti (2 Pietro 2:1-3;).

Ma bisogna anche capire che la verità non è insita nell’uomo; essa è rivelata esclusivamente da Dio – la Fonte della verità – nella sua Parola, e deve essere conosciuta, studiata e applicata con cura da chi crede in lui. 

Oggi ci sono alcuni che credono che Dio stia ancora rivelando nuove verità, quando la Bibbia vieta categoricamente di aggiungere o togliere qualcosa dalle Scritture. Chi lo fa è maledetto (Deuteronomio 4:2; 12:32; Proverbi 30:6; Apocalisse 22:18,19).

Altri costruiscono la loro verità sulle loro esperienze. Non importa cosa dice la Bibbia, per loro quello che “sentono”  e che hanno “esperimentato” vale più della Parola di Dio. 

Ma i ragionamenti umani non sono verità, Isaia lo dice con chiarezza quando attesta che i pensieri di Dio sono diversi dai pensieri umani (Isaia 55:6-9). Il vero credente non interpreta le Scritture alla luce delle sue esperienze, ma permette alle Scritture di giudicare ogni suo pensiero e ragionamento (Ebrei 4:12,13).

Vuoi sapere come non soccombere agli attacchi di Satana? Fai come Leonard Knight e proteggi il tuo cuore e la tua mente con la verità della Parola di Dio. Leggila, studiala, meditala e mettila in pratica. 

Torneremo ancora a parlare del resto dell’armatura di Dio.        

Davide Standridge

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La VOCE gennaio 2023

Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria, ed entrò ufficialmente nella Prima guerra mondiale. E nei quattro anni successivi avrebbe visti impegnati cinque milioni di soldati italiani, fra i quali ci sarebbero stati circa 620.000 morti, 600.000 fra prigionieri e dispersi, e quasi un milione di feriti.

Venticinque anni dopo, il 10 giugno 1940, con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini annunciò l’entrata in un’altra guerra, la Seconda guerra mondiale. Anche questo conflitto sarebbe durato circa quattro anni, e avrebbe mietuto circa 130.000 vittime civili, 313.000 militari e 15.000 ebrei.

La maggior parte di noi all’epoca non era ancora nata, e non può ricordare nulla di queste guerre – personalmente ne ho sentito parlare da mia mamma che aveva vissuto la Seconda guerra, e quando mi raccontava le sue esperienze io potevo solo lavorare d’immaginazione. Noi non l’abbiamo vissuta, e nemmeno vorremmo farlo. Ma noi credenti in Cristo viviamo un altro tipo di combattimento: è una guerra spirituale in cui siamo coinvolti tutto il tempo, anche se a volte tendiamo a ignorarla. Ma perché?  

La guerra a cui pochi credono

È un fatto triste che, nonostante la Bibbia parli chiaro della battaglia spirituale che coinvolge ogni credente, pochi ci credono e ancora meno si preparano a combatterla. Qualcuno addirittura pensa di poterla evitare, cosa però impossibile. Ma chi non è addestrato a questo combattimento ne cade vittima. 

In questa guerra si entra nel giorno in cui si diventa figli di Dio. È il giorno in cui ti sei riconosciuto un peccatore, e hai capito di non poterti salvare da solo con le tue buone opere, e hai creduto in Gesù Cristo come tuo Salvatore e Signore. 

Ebbene, in quel momento Dio ha perdonato i tuoi peccati grazie ai meriti di Gesù, morto sulla croce, sei nato di nuovo ed è cominciata la tua nuova realtà spirituale: la crescita nella fede e nella conoscenza di Dio, e un avanzamento nell’obbedienza a Lui, ma anche una costante lotta contro il peccato e contro il male che dominava la tua vita di prima. Tutto spirituale e tutto reale allo stesso tempo.

Infatti, dicendo che la guerra è spirituale, non vogliamo dire che sia astratta o che non tocchi in alcun modo la vita fisica. Durante tutto il suo tempo terreno anche Gesù aveva affrontato la stessa battaglia. I suoi nemici umani, quali Erode e i capi religiosi dei Giudei, erano manovrati e influenzati (inconsapevolmente forse, ma non senza colpa) dal suo nemico principale, Satana. 

Il Maligno aveva cercato di far uccidere Gesù da bambino attraverso l’editto raccapricciante di Erode, che ordinava di massacrare tutti i maschi a Betlemme dai due anni in giù. 

In seguito, quando Gesù era diventato adulto, aveva cercato di farlo cadere nel peccato,  tentandolo nel deserto per quaranta giorni. Ma il Signore Gesù non è mai caduto, anzi ha trionfato su Satana, però ha messo in guardia anche noi, suoi discepoli, sulle prove che ci toccheranno.

“Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; siccome non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: «Il servo non è più grande del suo signore.» Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato” (Giovanni 15:18-21).

Entrare in una relazione con Gesù implica l’entrata in guerra contro i suoi nemici, e questo lo aveva detto chiaramente sin dall’inizio: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

“Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: «Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare.» 

“Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata e chiede di trattare la pace.

“Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo” (Luca 12:26-33).

È chiaro, Gesù voleva che ognuno si rendesse conto subito di quanto sarebbe costato seguirlo. La vita di chi andava dietro a Lui sarebbe stata esposta al pericolo, le relazioni compromesse, e le prospettive cambiate per sempre. Molti amici sarebbero diventati nemici, e sarebbero sorti nuovi compiti e doveri, nuove mete e priorità. 

Uno dei motivi principali per cui i credenti non si rendono conto di essere in guerra è per il fatto che in molte chiese evangeliche le predicazioni presentano la fede cristiana come una vita rosea, piena di promesse che Dio però non ha mai fatto. Questo perché predicare sul pentimento e ravvedimento, sul giudizio, parlare del costo del discepolato, della giustizia, della costanza e della santità svuoterebbe le sale di culto… Sono cose “pesanti” che alla gente non piace ascoltare!

Ma omettendo dalle prediche tutti gli avvertimenti di Gesù si fanno gravi danni ai nuovi credenti. Infatti, se nessuno gli insegna come prepararsi per la guerra, rimarranno sprovveduti e vulnerabili a qualunque attacco di una battaglia che comunque durerà tutta la vita sulla terra.

Ogni cristiano ha tre sfere principali d’influenza e di responsabilità. La prima sfera riguarda il suo rapporto con Dio, la sua crescita spirituale e la santificazione. La seconda riguarda la chiesa visibile, dove deve servire e usare i doni che Cristo gli ha dato per il bene degli altri credenti. E infine la terza sfera è la società nella quale deve vivere come ambasciatore di Cristo, invitando le persone a essere riconciliate con Dio.

Tutte e tre le sfere sono anche dei veri e propri campi di battaglia. Molti credenti riconoscono la difficoltà nello svolgere le proprie mansioni in ogni area, ma non si rendono conto che è difficile proprio perché si è in guerra.

Alcuni cercano di evitare i conflitti a tutti i costi. Davanti alle difficoltà scelgono la strada più facile, trascurano la lettura, lo studio della Bibbia e la preghiera personale. Non crescendo nella conoscenza del Signore, non sanno mettere in pratica la sua Parola, restando così facili prede dei falsi insegnamenti dottrinali. Il loro impegno nella vita della chiesa è suscettibile a sbalzi di umore. E quando i non credenti fanno anche una minima obiezione  al vangelo si azzittiscono per non urtare la sensibilità di nessuno. 

Altri credenti non hanno capito cosa sia la guerra spirituale. Pensano che il diavolo attacchi il loro benessere e la loro comodità. 

Hanno abbracciato l’idea che i credenti dovrebbero vivere una vita tranquilla, senza problemi nelle loro relazioni, senza malattie, senza difficoltà sul lavoro e senza problemi finanziari. Ma non si rendono conto che così facendo stanno solo imitando le aspirazioni “degli uomini del mondo, il cui compenso è solo in questa vita” (Salmo 17:14). La lotta per il massimo benessere e agio in questa vita è una battaglia terrena, effimera, che non tiene conto dei piani di Dio.

Si sono dimenticati dell’avvertimento del Signore: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1 Giovanni 2:15-17).

L’apostolo Paolo ha parlato della guerra spirituale nella sua lettera alla chiesa di Efeso. Ha scritto:

“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli” (Efesini 6:10-20).

Questo è il combattimento che nessun credente deve sottovalutare, che nessun credente può evitare né affrontare senza l’aiuto di Dio, del Signore Gesù e dello Spirito Santo.

All’inizio della sua lettera, infatti, Paolo aveva parlato del ruolo che il Padre ha avuto nel pianificare la salvezza, e di come questa salvezza è stata compiuta dal Figlio e sigillata dallo Spirito Santo nella vita del credente. Poi aveva spiegato che la salvezza non è per opere, ma è il dono di Dio. Nessuno può vantarsi di averla meritata. 

L’apostolo aveva anche scritto che gli Ebrei e gli stranieri sono salvati nello stesso modo, e hanno il privilegio di conoscere la potenza di Dio e l’amore di Cristo, dopodiché ogni credente deve crescere nella chiesa, sotto l’insegnamento delle sue guide. Ogni credente diventa quindi parte integrante della chiesa visibile, dove eserciterà i suoi doni e farà molta attenzione a non creare divisioni, ma a preservare l’unità che Dio costruisce attraverso la trasformazione di ogni credente. 

Uso l’espressione “la chiesa visibile” per distinguerla dalla chiesa universale, in cui è inserito ogni credente che si è convertito di qualsiasi periodo storico e luogo. La “chiesa visibile” è la chiesa locale, di cui ogni credente deve far parte fisicamente. 

Ancora nella sua lettera agli Efesini Paolo, dopo aver parlato di come Dio opera nell’intimo del credente, affronta anche le responsabilità che questi ha, particolarmente il suo relazionarsi nella chiesa, in famiglia e al lavoro. 

Arrivando al capito 6 della lettera, il lettore ha un quadro chiaro di quanto sia difficile la vita cristiana e quanto sia incapace di gestirla con le sue forze. È proprio per questo motivo che Paolo, ispirato da Dio, vuole farci capire che siamo in battaglia. Quante volte avrai costatato che anche tu fallisci, malgrado i tuoi sforzi e la volontà! Hai capito che sei in battaglia, ma forse non ti sei preparato bene.

Il credente è chiamato a essere luce e sale, e a comportarsi come una nuova creatura, ma si cade così facilmente. La nostra battaglia è reale, e abbiamo un nemico cattivo e potente.

Nel passo di Efesini ci sono tre imperativi, ovvero tre comandi, che Dio vuole che mettiamo in pratica.

  • Il primo comando è “fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza”, perché voi non avete le forze per combattere questa terribile battaglia.
  • Il secondo è “rivestitevi della completa armatura di Dio”, perché l’avversario che dobbiamo affrontare è potente.
  • Il terzo comando è “prendete la completa armatura di Dio”, perché ogni sua parte è fondamentale.

Il primo ordine ci mette davanti alla nostra incapacità di combattere la dura battaglia con le nostre forze. Dio ci dà le forze, ma le riceviamo dal Signore Gesù.

FORTIFICARSI NELLA FORZA DELLA SUA POTENZA 

All’inizio della sua lettera, Paolo pregava per i credenti di Efeso con queste parole:

“Perciò anch’io, avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi che crediamo l’immensità della sua potenza. Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti” (Efesini 1:15-23).

Abbiamo bisogno di capire la grandezza della potenza di Dio in Cristo Gesù. È fondamentale fidarsi di lui, e trovare in lui la forza per affrontare questa guerra. 

La forza di Cristo è unica: oggi lui è seduto alla destra del Padre da dove regna sovrano su tutto, operando in modo perfetto nella vita di ogni credente.

Nella sua seconda preghiera in questa lettera Paolo dice: “…affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore.” Questa forza viene dal conoscere intimamente e profondamente l’estensione dell’amore di Cristo per i suoi figli. 

Ogni credente che si affida alla signoria di Cristo e alla sua potenza deve sapere che Dio opererà al di là di qualsiasi aspettativa. Paolo scrive: “Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” (Efesini 3:20,21).

Nessun credente deve essere spaventato davanti alla battaglia, davanti alle circostanze che deve affrontare, perché Cristo opera con potenza in lui.

Ma noi dobbiamo fortificarci in Gesù, non dimenticando che lui è il nostro Signore! Ci fortifichiamo in lui man mano che riconosciamo la sua signoria, e lo seguiamo con umiltà, dipendenza e obbedienza. Non sottovalutiamo il primo comando, perché il secondo comando ci presenta il nemico che dobbiamo affrontare.

UN AVVERSARIO POTENTE 

Il nostro nemico, Satana, è potente. Affrontarlo senza prepararci è da stolti. È un nemico astuto, sempre in agguato.

Pensare al diavolo come a un personaggio rosso con la coda, le corna e il forcone rischia di ridurre il nostro nemico a una caricatura da fumetto anziché mostrare il potentissimo nemico che è. 

Il suo dominio è grande, basta ricordare la nostra relazione con lui prima di essere credenti: “Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri” (Efesini 2:1-3).

Noi eravamo suoi seguaci, egli ci incoraggiava e spronava a vivere come tutti gli altri che lo seguono, guidati dalle voglie e dalle concupiscenze.

La sua arma principale è la menzogna. Gesù lo ha descritto così: “Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo, perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44).

Le bugie sataniche minano la nostra fiducia nella Parola di Dio, nelle sue promesse, nei suoi comandamenti. 

Il diavolo, i demoni e ogni persona che è sotto il suo dominio (tutte le persone che non sono credenti) sono attivi ogni momento per frenare la nostra crescita spirituale, incitandoci a peccare e portandoci a sottovalutare l’importanza della santificazione. Sono impegnati ad allontanarci dalla nostra vita di chiesa, distruggendo l’unità fra i credenti, e sono fissati nel rovinare la nostra testimonianza e nel tenere in schiavitù i non credenti.

Infatti, Pietro ci ricorda: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” (1 Pietro 1:5:8,9).

Anche Paolo mette i credenti in guardia contro le insidie di Satana, e ci avverte che non dobbiamo soccombere alle arti seduttrici dell’errore (Efesini 4:14).

Satana sa esattamente come farci cadere, conosce i nostri punti deboli. Convince alcuni che lui non esiste, altri invece li attira a sé apertamente.

In Italia il mondo dell’occulto è molto forte, un “giro di affari” di circa sei miliardi di Euro all’anno. Ci sono circa 100.000 maghi e streghe, con circa 40.000 satanisti solo nella zona di Torino. I tarocchi, le fatture, la magia bianca e nera, il malocchio, l’oroscopo, le tavole Ouija, i porta fortuna, i chiromanti e l’astrologia sono segni di quanto sia pervasivo l’occulto intorno a noi.

La Scrittura ci comanda di rivestirci dell’armatura di Dio per rimanere in piedi, e non per sconfiggere Satana da soli, dato che è il compito di Cristo. Dobbiamo piuttosto rimanere in piedi, fermi, resistendo e perseverando. Se non sei preparato, di certo non rimarrai in piedi.

Nei prossimi numeri parleremo ancora di questa guerra e di come ci dobbiamo preparare per affrontarla, di quali strategie Satana usa per attaccarci e quali sono i mezzi che Dio ci ha dato per uscirne vittoriosi.

Davide Standridge

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