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Non è possibile: ora bestemmia

Non è possibile: ora bestemmia foto © Photocase.com

Cosa è mai successo, o sta succedendo, a un credente anziano, che è vissuto, fino a poco tempo prima, in maniera esemplare, fedele al Signore e alla sua chiesa locale, e che, ora sembra perdere ogni interesse per le cose di Dio, pronuncia parole di disprezzo per i fratelli in fede e, ogni tanto, si lascia fuggire anche delle imprecazioni contro Dio?

Ricordo un vecchio così, vissuto molti anni fa, quando ero giovanissima. Da amorevole, gentile e premuroso era diventato intrattabile, a volte violento e sboccato.
Una sua figlia mi ha confidato piangendo: “A volte, ho paura che non sia mai stato un vero credente”.
“Impossibile!” ho risposto, ma il dubbio, nella sua famiglia, rimaneva.

A quei tempi la si chiamava arteriosclerosi o demenza senile. Il morbo di Alzheimer non si conosceva, con questo nome. Le cure dei medici erano poco efficaci allora come ora.
I problemi per gli individui che ne soffrono e per chi li deve curare sono grandi. A tutti sembra di entrare in un mondo tenebroso, sconcertante e incomprensibile.

Una mamma gentile e gioviale, lentamente si chiude in un silenzio ostinato e neppure sembra riconoscere la figlia che la cura. Una persona cortese diventa difficile e dura. Un credente dice parole cattive e offensive, mai dette prima.

In questi giorni, mi è venuto sottomano questo breve articolo, scritto da un credente con molta esperienza di cura d’anime. Mi avrebbe fatto del bene leggerlo, anni fa, quando mi sono trovata a dover curare mia mamma. Oggi farà certo del bene a qualcuno nella prova.

Perché dei credenti dicono e fanno delle cose terribili, assolutamente contrarie al loro carattere di cristiani?

Si tratta di sentimenti e desideri che vengono alla superficie, o si tratta di peccati non perdonati o nascosti per molto tempo, che esplodono? No.
I credenti non hanno peccati che non sono stati perdonati da Dio. Cristo, sulla croce ha portato tutti i loro peccati passati, presenti e futuri. Forse, dal punto di vista umano, in qualcuno ci sono peccati non riconosciuti come tali, che dovrebbero essere confessati per ristabilire una comunione piena col Signore, o che devono essere riparati per ricomporre rotture e screzi con altri individui. Ma non esistono peccati non perdonati da Dio. Pensarlo diminuisce l’estensione e il carattere e la sufficienza della morte di Cristo per i suoi.

Ma perché un credente incomincia a dire parolacce o a bestemmiare?
Il nostro cervello registra ogni cosa che vediamo, facciamo o pensiamo. In genere, il credente “normale” distingue fra ciò che è buono e quello che è cattivo e respinge quello che sa che non piace al Signore.
Quando una malattia mentale deteriora i meccanismi del suo cervello, la mente diventa incapace di discernere il buono dal cattivo, e ne risulta una condotta anormale.
Il credente malato è confuso, intrappolato in un corpo infermo, non riesce a controllare la sua condotta e non è in grado di farlo.
Forse sa di comportarsi in maniera strana, ma, anche se lo capisce, la sua mente non funziona più come centro di controllo delle sue parole e azioni.
Eppure, a volte potrà mostrare degli sprazzi della grazia divina, e vivere momenti di lucidità.
Una mamma che non ha parlato alla figlia per mesi, può pronunciare una frase gentile, testimoniare dell’amore di Dio, per poi ripiombare nel silenzio. Un vecchio può unirsi a altri nel cantare un inno ben conosciuto, può citare un passo della Bibbia o pregare per qualcuno. Oppure può dimostrare la realtà della sua fede, rimanendo calmo e gioioso, mentre altri cantano e pregano.
Questi malati e coloro che li curano hanno bisogno della nostra attenzione amorevole e di un costante incoraggiamento e aiuto. Certe situazioni sono mezzi per dimostrare la nostra simpatia e appoggio cristiano.
Curare un malato di Alzheimer può essere stancante e, addirittura, estenuante, ma ogni bicchiere d’acqua offerto nel nome del Signore riceverà la sua ricompensa e ogni atto pratico di aiuto e di conforto sarà apprezzato.
Dobbiamo ricordare che chiunque di noi potrà essere, un giorno, nella stessa situazione e dobbiamo trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi, se questa fosse la nostra sorte.
Infine, ricordiamo che tutti i credenti, un giorno, arriveranno in cielo dove non ci saranno più malattie, dolore e confusione. In cielo saremo tutti più sani e intelligenti di quanto non lo siamo oggi. Fino a quel giorno, rimane la promessa di Cristo “non ti lascerò e non ti abbandonerò”.
Il Signore è potente e presente in ogni credente convertito in ogni circostanza e difficoltà, e largirà conforto e pace sufficienti per ogni momento.
Possiamo esserne sicuri.